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Google image © Francesco Scanegatta |
E' li appoggiata sul tavolino, una scatolina d'argento imbottita di cotone a proteggere "la cosa perfetta": densa di tutta la cura con cui O l'ha maneggiata e il suo nonno prima di lei.
Il suo nonno principeepirata: incapace dei minimi rudimenti di fisionomia utili a riconoscere qualcuno che si sia incontrato meno di 365 volte consecutive nell'arco di un anno; assolutamente inadatto a reperire latte nel frigo o calzini appaiati in un cassetto, ma in grado di percepire i più sottili risvolti emotivi di una persona in mille situazioni (o anche di mille persone in una situazione); molto sognatore e un po' distratto, dalla mente ambiziosa.
Appena nata non la prendeva in braccio, tra l'impacciato e il sospettoso, e a me, in fondo, scocciava anche un pochino; ma, si scoprì in seguito, a bloccarlo era solo una goffaggine impaziente di poterci interagire. Poi è arrivata l'età dei 'perchè', e fu chiaro che l'attesa sarebbe stata ripagata: la versatilità con cui da allora trova spunti ovunque per una fiaba, un esperimento scientifico o una domanda filosofica, ha un che di talmente divertente da risultare commuovente.