Dopo "La donna abitata" torno con piacere sulla stessa autrice (che amo molto, se non si fosse capito dalla frase che accompagna il mio profilo), capace come pochi altri di articolare la propria voce con una coerenza e una varietà di assoluto fascino.
La questione femminile le sta parecchio a cuore e ogni storia di donna, con le sue soglie e le sue lacerazioni, rivela nelle sue mani pieghe profondissime e spesso inaspettate. Sempre universali.
Con "L'infinito nel palmo della mano" tocca a Eva andare in scena: una Eva che resta fedele alla tradizione biblica, eppure lontana da ogni religione. Ma non priva di spiritualità.
La seguiamo in una vicenda che conosciamo tutti molto bene, quella delle origini, con la cacciata dal paradiso e tutto quel che ne consegue. Ma non sono i fatti al centro del racconto. Quelli, a dire il vero, scolorano quasi sullo sfondo, mentre i dialoghi tra Eva e il suo compagno restituiscono le pieghe più umane, goffe, tenere e passionali, di una storia che tutti ci comprende.
Preso in prestito da Blake - "Per vedere il mondo in un granello di sabbia/ E il paradiso in un fiore selvatico/ Tieni l’infinito nel palmo della mano/ E l’Eternità in un’ora." -, il titolo proprio di questo ci parla: di quell'eternità che tutti abitiamo e da cui tutti siamo abitati, ineffabile quanto irrinunciabile. Che ci tiene sempre sotto scacco mentre ci illumina di luce universale. Quell'eternità da onorare, con le carte che ci è dato di giocare: scelte vissute e consapevoli. Che in fondo già si sa, se c'è un dio che vale la pena adorare (e di Dio nel libro non v'è traccia, ma dell'Altro che è altro per antonomasia e per questo poetico come tutte le divinità, dall'Olimpo a Gerusalemme) è quello delle piccole cose.
Questo post partecipa ai Venerdì del libro di Homemademamma.
Non ho mai letto nulla di questa autrice, ho sempre sfogliato qualche libro senza mai comprarlo.
RispondiEliminaLa tua recensione desta curiosità, poi il fatto che si tratta di condizione femminile, mi incuriosisce.
Oggi lo cerco in biblioteca.
P.s. non riesco a lasciare commenti al Venerdì del libro, oggi la rete non mi supporta!
alessandra
Forse Dio è in quell'infinito che ci abita e per questo non è raffigurato come figura umanizzata... le piccole cose sono qualcosa che ti dà gioia ma se bastassero alla felicità saremmo tutti felici ;-)
RispondiEliminaNon ho mai letto niente di lei, ma ora sono incuriosita.
RispondiEliminaIn questo periodo sono piuttosto interessata a vari aspetti della spiritualità, credo che cercherò anche questo libro che ha pure un punto di vista molto femminile. Grazie per la dritta.
RispondiEliminaDalla citazione che hai messo sul profilo e da come ne parli mi hai fatto venire il desiderio di sfogliare questo libro. Amo le voci femminili e il titolo mi ispira molto!Grazie del suggerimento, ti farò sapere!buon weekend e grazie anche di essere passata da me!
RispondiEliminaInteressante lettura. Ne prendo nota anche se al momento ho una lista di libri in attesa davvero lunga e pochissimo tempo per leggere.
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