venerdì 25 maggio 2012

Adesso voglio sapere in che oggetto staremo noi 2

Google image © Francesco Scanegatta 

E' li appoggiata sul tavolino, una scatolina d'argento imbottita di cotone a proteggere "la cosa perfetta": densa di tutta la cura con cui O l'ha maneggiata e il suo nonno prima di lei. 

Il suo nonno principeepirata: incapace dei minimi rudimenti di fisionomia utili a riconoscere qualcuno che si sia incontrato meno di 365 volte consecutive nell'arco di un anno; assolutamente inadatto a reperire latte nel frigo o calzini appaiati in un cassetto, ma in grado di percepire i più sottili risvolti emotivi di una persona in mille situazioni (o anche di mille persone in una situazione); molto sognatore e un po' distratto, dalla mente ambiziosa.
Appena nata non la prendeva in braccio, tra l'impacciato e il sospettoso, e a me, in fondo, scocciava anche un pochino; ma, si scoprì in seguito, a bloccarlo era solo una goffaggine impaziente di poterci interagire. Poi è arrivata l'età dei 'perchè', e fu chiaro che l'attesa sarebbe stata ripagata: la versatilità con cui da allora trova spunti ovunque per una fiaba, un esperimento scientifico o una domanda filosofica, ha un che di talmente divertente da risultare commuovente.
Intorno a lui, a rispecchiare su una superficie piana e scintillante quelle che sarebbero profondità ombrose di abissi in 3D, è sempre stata lei: la nonna i. L'entità più accogliente al di fuori del mondo architettonico, con le sue fondamenta ostinate e quelle mura carezzevoli a reggere con dedizione le scosse più violente. 
Lui è sempre stato una spirale, di grandi idee, grandi sentimenti e massimi sistemi; abisso e inquietudine che accompagnano i grandi ideali, l'infinito nella mano. Lei un ovale senza sbavature; la nobiltà del primo piano, che se le piccole cose vanno bene in fondo si può essere ottimisti anche per quelle grandi. L'eleganza sussurrata di una tavola sempre apparecchiata con cura a cui ci si siede composti. 

Oggi me li sono ritrovata delicatamente tra le mani, sorprendenti come il pacchetto che il nonno ha mandato per O.
Penso sia andata più o meno così: appena rientrato da una passeggiata in montagna lui fruga nella tasca dei pantaloni alla zuava che da 30 anni 'papà oltre a te solo ugo fantozzi!' e ne estrae, non senza lo stesso orgoglio infantile che avrebbe avuto O, una piccola chiocciolina vuota. Piena di tante storie raccontate tra di loro l'ultima volta che si sono visti. "E' perfetta! Gliela devo mandare a Londra!" La pulisce per bene, ("anche dentro l'hai lavata nonno, vero?!", e lui questo già lo sa), e si mette a incartarla. "Ma in viaggio si romperà! Nonna i, mi serve una piccola scatola!"

E' arrivata così la chiocciolina perfetta, avvoltolata nel cotone. Chiusa dentro una scatolina d'argento con tanto di iniziali, talmente vecchie che non si sa più di chi.
Estratto puro di nonno pirata e nonna i.


Post Scriptum
(La spirale e la scatolina ovale hanno fatto corto circuito nel mio cervello: misera me, ma devo finire questo post con in testa "la spirale ovale" degli Articolo 31!??!  Per chi avesse la fortuna di non ricordarsela e volesse rovinare quel poco di decente che poteva aver trovato in questo post... fate pure)

2 commenti:

  1. Passo sulla canzone, anche se, 20 anni fa, mi piacevano. Il post è bellissimo, mi ha fatto emozionare ma anche sorridere (con la descrizione dei pantaloni nonneschi).

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  2. Chissà O come sarà stata contenta! Sono momenti speciali. I miei genitori hanno l'abitudine di portare ad Ale elefanti 'preziosi' , ormai in casa ne abbiamo decine e ogni volta che li guardiamo pensiamo a loro. A me piacerebbe stare in una lampada, perché quando serve porta un po' di luce ... ambiziosa, vero?

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