martedì 22 maggio 2012

Fai il bravo e sii un genio!

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Poi siamo finiti senza ritegno da MacDonald, tanto per chiarire che le parentesi virtuose si chiudono sempre molto rapidamente da queste parti... 

Ma prima di lasciarci andare al guilty pleasure (molto raro in verità) di chicken mcnuggets e patatine bisunte eravamo lì, su un tappetone un po' liso a guardare un dipinto della National Gallery. Con la guida dolcissima a trasportarci nel quadro, a caccia di dettagli e piccoli pezzi di storia dell'arte travestiti da fiabe avvincenti di draghi e cavalieri. 
E fin qui tutto bello, anzi bellissimo. 
I problemi si annidano altrove: lì dove il tappeto ricoperto di gambette incrociate finisce e inizia il pavimento, con i piedi dei genitori. Piantati per terra come piccole torri di controllo.
A distrarsi un attimo, e guardare loro anziché la guida, c'è da prendersi un colpo: tifosi sfegatati allo stadio avrebbero sguardi più rilassati. E pugni meno serrati.
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La guida non solo e non tanto racconta, ma fa domande, su quel che si vede e su quel che si potrebbe vedere, su quel che il quadro dice e su quel che potrebbe dire. E' bravissima, e i bambini pendono dalle sue labbra. I genitori sorridono estasiati a cotanta attenzione e concentrazione. Sotto sotto sembrano pensare sia merito loro.
Ma poi i piccolini alzano la mano, e possono parlare: dare uno spunto e avere un'idea. E lì, il genitore non dissimula più: lo sguardo fa colare aspettative sul tappeto e su tutto il museo. Come una melma giallastra. Se l'idea è buona e la frase intelligente non ce n'è più per nessuno: è solo un gesto o un espressione, ma l'orgoglio trabocca. Non sempre con grazia.
Siamo tutte uguali, mi ci metto certo anch'io. Auguriamo a tutti loro il meglio e la più completa felicità. Ma molte fanno un passo in più, verso una competizione forse nociva e certo non richiesta, mentre altre fanno un passo indietro, e abbassano la guardia. 
Ho sempre trovato banale leggere di genitori che proiettano se stessi sui figli, aspettandosi da loro il compiacimento del proprio ego. Fino a quando da questi genitori non mi sono trovata circondata. 
A scuola: dove non basta che in Inghilterra si legga e si scriva a 4 anni, ci vuole anche il tutor a casa. Giusto per leggere e scrivere con più scioltezza (sia messo agli atti che noi non ci adeguiamo). 
Alla National Gallery, dove quella che potrebbe essere solo e semplicemente un'iniziativa stupenda, ricordiamoci che è pure gratis -come pure l'ingresso al museo-, diventa banco di prova per immaginazione, attenzione, educazione e prontezza di riflessi. Anzi più che banco di prova, passerella per sfilate: sotto sguardi attenti che certamente amano e supportano, ma così penetranti da essere alquanto minacciosi. 

Su alcune piccole schiene mi sembrava quasi di vedere tremolare lucine rosse tipo bersagli di cecchini. 

Magic carpet storytelling @ National Gallery_May 20 2012
Se avessero saputo che dopo la portavo da McDonald avrebbero chiamato i servizi sociali?




13 commenti:

  1. ..probably :)
    intanto un regalino per te (e O.) :)
    http://ophelinhapequena.blogspot.com/2012/05/pablo-e-matilde-premiazione-giveaway.html

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  2. Cosa ti devo dire, viviamo in un paese dove se non inizi col piede giusto hai poche possibiita' di finire nelle top 10 university. E' la terra dei lord e delle boarding school, di Eaton, Cambridge e Oxford. Ho iscritto mio figlio che non e' ancora nato a scuola e mi hanno detto che forse ero quasi in tempo ma la lista era gia lunga......,Non mi piace, detesto il sistema, eppure mi sto adeguando perche' ho fatto nascere qui i miei figli ed ora mi sento in dovere di dare loro tutto quello posso. Spero solo di riuscire a rispettare le sue necessita' piuttosto che le nostre ambizioni.......

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    1. Eh, è proprio così. Anch'io mi sono adeguata a certe cose cui non avrei mai pensato (tranne il tutor a 4 anni, quello ancora non ce la faccio...!) e come te cerco di non precludere niente alla mia bimba; ma sono lo spirito e la faccia con cui lo si fa a fare la differenza. I genitori alla National sembravano quelle mamme che portano le bimbe ai concorsi di bellezza...! Brrrividi

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  3. Ma guarda, secondo me è strano che non li hai trovati tutti da macdonald! Perchè se pure qui sono tutti molto attenti all'istruzione di un certo livello, alle attività extra curriculari, alle cose che 'contano' per un futuro migliore, poi magari non gliene può importare meno di quel che i propri figli mangiano.
    Ma non è mai giusto generalizzare, lo so.
    Comunque, bellissima l'iniziativa, non la conoscevo!

    Per quanto riguarda il comportamento dei genitori, che dire, ognuno fa un pò come meglio crede.. io anche se sono qui, (forse perchè non me lo posso permettere eh) non mi sono mai fatta problemi al che mio figlio frequenti una scuola statale, quindi piena di immigrati (tra cui il mio medesimo figlio eh) che non parlano bene inglese (tra cui mio figlio) e che quindi potenzialmente rallentano l'apprendimento dell'intera classe. Ad esempio.

    Per me Italia o Inghilterra, l'importante è che il bimbo sia sereno e felice. Sono quelle le cose che contano.
    Il resto verrà da sè.
    Ma, ripeto, ognuno fa come meglio crede.

    A quando una nuova passeggiata con english breakfast tea? ;-)
    bacio,
    pina

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    1. Ahah sul mcdonald sono pienamente daccordo con te...qui sono contornsta da mille "organic mums" che alla prima fiera di primavera rifilano ai figli in svezzamento patatine fritte e hot dog unti unti unti ;)

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  4. Vuoi dire che alle feste di compleanno dei vostri amici non servono carote e cetrioli al posto di caramelle e patatine? Giuro che a noi è capitato spessissimo...!
    Comunque, scuola pubblica o privata, parco giochi o biblioteca io quelle mamme che scannerizzano i loro figli con orgoglio misto a giudizio le vedo proprio ovunque...
    A presto!

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    1. Ma stai scherzando, alle feste di compleanno SOLO humus con cetrioli pomodori e carote e tortine di riso organicissime...poi magari il venerdi sera le vedi tornare a casa con 4cartocci bisunti di fish'n'chips

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  5. Ciao!
    Volevo segnalarti l'intrigante spettacolo tratto dalla mamma/blogger Francesca Sanzo: "La rivincita del calzino spaiato"

    Se lo trovi interessante, ti sarei grata di condividere l'evento, in qualche modo...
    E che il mamma-power sia con te!
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    ••••••••••••••••••••••••
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    1. Magari fossi a Roma! Ma grazie comunque per la segnalazione, sembra molto interessante!

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  6. Certo che il mondo è strano, qui invece a noi succede di doverci nascondere, di minimizzare. Perchè se mio figlio a 4 anni leggeva e faceva di conto dovevo essere per forza un'invasata schiavista, ben pochi hanno creduto che noi non c'entrassimo proprio niente! Che lui era così e basta! Se avessi potuto scegliere io lo avrei preferito a correre dietro ad un pallone, chiassoso e allegro come i suoi compagni. E ora che vorrei saperne di più su ciò che accade nella sua testa veloce e nel suo animo lento ecco che sbatto contro muri incredibili. Perchè omologare sembra indispensabile, perchè "lo vorrai mica far sentire diverso"?! Io?? Veramente ci pensa da solo. E invece in UK essere iper-competente (possibilmente genio) è un must che costringe all'iscrizione a scuola prima della nascita e ad avere un tutor all'asilo! Accidenti, ma le vie di mezzo non piacciono proprio a nessuno?

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  7. Non credo che sia un problema inglese: anche in Italia molti genitori fanno così :S Ho sentito dire, ad esempio, che è di moda mandare i figli a scuola un anno prima, perchè così "recuperano tempo", oppure che in casa i genitori parlano altre lingue perchè così i bambini le imparano prima (in barba agli ammonimenti dei linguisti che esortano a parlare la propria lingua madre coi figli)
    E' sconcertante vedere come i genitori si preoccupino tanto delle prestazioni dei figli e così poco di aiutarli a formare il loro carattere :(

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  8. Tempo fa lessi non so dove un articolo di non ricordo chi (scusate l'approssimativismo) Parlava proprio di questo.
    Della fretta che hanno le mamme a rendere autonomi, competenti, ecc i proprio figli, preoccupandosi che brucino le tappe, siano intelligenti e bravi a scuola.
    In tutto questo si dimenticano che la cosa più importante è che siano FELICI!

    Avevo Dede piccolissimo, e quell'articolo mi ha proprio segnata. Da allora non ho più guardato il calendario per alcuna tappa, e ho seguito solo le sue inclinazioni e passioni.
    Le altre mamme chiedono sempre "fa già questo? fa già quest'altro?" . Lui non è mai stato precocissimo nelle sue cose.
    io ho sempre risposto "No, ma prima o poi lo farà. Per adesso è un bambino felice"

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