venerdì 27 settembre 2013

Tu partorirai con dolore. Tiè!

  © http://mammamiami.wordpress.com
Sono 7 mesi che volevo parlare del parto. Ma una specie di pudore mi bloccava: aggirarsi nella blogosfera giurando e spergiurando che si debba possa partorire senza dolori inenarrabili e senza interventi medici di sorta non aiuta a farsi delle amiche. Poi ho trovato questa iniziativa: MAMME CHE SE AVESSERO SAPUTO AVREBBERO FATTO MEGLIO, che raccoglie i racconti di quello che è d'aiuto sapere prima.
Quindi mi aggrego all'istante e il post sul parto che vi ho risparmiato per 7 mesi ve lo propino ora.

La mia tesi è semplice. E anche espressa con eleganza: 'fanculo i medici del secolo scorso che hanno medicalizzato anche le nuvole, 'fanculo gli attuali operatori del settore che solo da poco hanno scoperto che forse favorire le cose naturali aiutava ma si son guardati bene dal favorirle davvero e 'fanculo pure le insegnanti dei corsi preparto che ancora spacciano il training autogeno come una cosa intelligente.


Il primo scoglio è che partorire fa paura a tutte. E direi. Già passiamo 9 mesi a sentir crescere un alieno dentro le nostre pance, che bello bello dolce dolce, sì ok; ma c'è da dar fuori di matto se ci fermiamo a pensarci per bene. Poi c'è questo fatto che l'alieno dovrà pure uscire (per restare aggiungerei, il che fa ancora più paura). E lì, su questa paura sacrosanta, si accozzano con tutte le loro vischiosità le peggio storie lette o sentite.
Mi pare il minimo che una mediamente sana di mente si convinca di non potercela fare da sola.

Ed ecco il secondo scoglio: la squadra di supporto che il nostro (peraltro benedetto, non mi si fraintenda) sistema sanitario, armato delle migliori intenzioni, dispiega al tuo servizio. Medici, of course. Ma anche ostetriche, anestesisti e puericultrici... tutti lì, lì per te, siam gli amici che fan per te (citazione peregrina, 10 punti a chi la azzecca).
Da quel momento non si fa un passo da sole. Non ci si ferma a riflettere su quello che accade, nè tanto meno ad osservarlo accadere con calma. E purtroppo nella maggior parte dei casi si finisce col ricevere consigli sul cosa fare, come se partorire fosse una cosa da fare, e nessuna dritta sul come lasciare fare. 
Guai a pensare che in natura l'unico animale per cui partorire è tutto sto casino è l'uomo. Guai a dirlo ad alta voce; pena la scomunica in quanto pazze esaltate organic new-age bio zen come questo post dipingerà me.
E invece la chiave è proprio quella: come gli animali, che non ce l'hanno e in questo almeno sono facilitati, azzerare l'attività del cervello razionale. Lasciare fare al corpo.

Alt, abbassate quei pugni da suffragette e i ditini moralizzatori. No, non sostengo che soffrire sia bello, purificatore, santo o metafisico. Tutto il contrario.
Sostengo però che partorire possa essere molto, molto, ma mooolto meno duro di quello che nella maggior parte dei casi viene sperimentato. Se sai come farlo. Perchè qui non si parla di soglie del dolore da fachiri.
Sostengo che  se sai come farlo lo fai tu, senza aver bisogno di voci, mani e aggeggi intorno, addosso o peggio dentro.

C'è chi ha particolare facilità nel controllo del corpo e della mente. Ho un'amica -razionalissimo avvocato rampante, mica una maga delle spezie- che semplicemente per queste cose è portata. E non è un caso che di entrambi i suoi figli dica che sono sgusciati fuori come pescetti. Anche se è stata in travaglio più di 10 ore. Come dice lei: "Alla fine basta chiudersi in se stessi." Certo non a tutte può venire spontaneo, anche perché tra il dire e il fare...ci sono in mezzo una concentrazione e un rilassamento che non siamo molto abituate a praticare nella vita di tutti i giorni.

MA CHE SI POSSONO IMPARARE. Studiando quello che secondo me -e vengo al punto-  dovrebbe sostituire in toto tutti i possibili corsi preparto con il loro vecchio training autogeno (che nessun essere umano può reggere davvero per le diverse ore necessarie, faticosissima pratica che tende e sfinisce anziché rilassare).
Purtroppo per questa cosa hanno scelto un nome antipatico, poco invitante per quanti già non nutrono molta simpatia per le cose troppo "zen": Hypnobirthing. Che se invece lo avessero chiamato, non so, "metodo del rilassamento razionale" magari suonerebbe più affidabile. Perchè la parola ipnosi apre mille associazioni mentali, non tutte positive. Giustamente.

E INVECE, al netto del gran numero di cazzate reperibili in rete, Hypnobirthing non è altro che un'efficacissima, fattibilissima, forma di autorilassamento profondo, mirata ad ottenere la sola e unica cosa utile: azzerare l'attività della parte del cervello deputata al controllo razionale, che giustamente, ben conscia del guaio in cui ci stiamo cacciando si ribella e perde il controllo: quella parte del cervello che ha tutte le ragioni di metterci in allerta. Hypnobirthing è una forma di meditazione e rilassamento radicali ottenuti tramite concentrazione e respirazione, che ci si gestisce in autonomia, secondo alcuni criteri e tecniche precisi, che sì vanno saputi ma si imparano in fretta, e comunque sicuramente in 9 mesi.
Condivide molto con lo yoga, ma lo spinge più lontano, arrivando a coprire anche la fase espulsiva in cui invece lo yoga insegna alla madre ad essere più attiva.
Parlo non da esperta, ma con una qualche cognizione: per il primo parto mi ero preparata con un corso di yoga (che comunque aiuta molto) mentre il secondo mi sono documentata su questo Hypnobirthing, ormai diffusissimo qui in Inghilterra (patria, tra l'altro, con le ostetriche più famose d'europa per la loro preparazione, mia ginecologa italiana dixit.) In entrambi i casi ho avuto la certezza che essere fortunate sia essenziale.
Ma essere preparate lo è di più.

In entrambi i casi c'erano elementi di disturbo, incluso l'unico ostetrico uomo nel raggio di chilometri, e sapere di essere capaci di chiudere il mondo fuori in modo completo è un'arma non da poco.
In entrambi i casi ho sbattuto contro il muro: si chiama proprio così quel momento che è parte fisiologica di tutti i parti, in cui hai la certezza di non farcela e che probabilmente morirai tu con tutti i filistei. E lì Marito è stato una mano santa. Inesperto e spaventato al primo giro ha comunque fatto un tifo da ultras molto più utile di quel che possa sembrare; mentre l'ultima volta è venuto a ripescarmi nel buco razionale dove stavo cadendo, passandomi le cuffie con la musichina zen (quella sì, lo ammetto) con cui avevo praticato la tecnica e aiutandomi a riprendere la concentrazione. Ecco, un alleato in sala parto torna comodo, soprattutto se ha capito bene che il suo compito è tenere il mondo fuori dalla bolla che stai tenendo in piedi intorno a te.
Già sento i cori di insulti per tanta saccenteria, ma posso assicurare che i video in rete in cui a mezzora dall'espulsione la mamma sembra dormire sono veri. Come le anatre della famosa citazione, da fuori sembrano ferme ma sotto nuotano come pazze.
Faticoso, sì certo. Dopotutto è un parto. Atrocemente doloroso no però. La natura non è sadica.

Riuscire a partorire naturalmente non è un merito né deve essere un vanto. E' solo una cosa di una bellezza indescrivibile, che nella vita non capita tutti i giorni, molto ma molto ma mooolto meno duro di quello che per tradizione siamo portate a credere e di quello che ci costringono a fare quando ci parlano e ci dicono cosa fare anzichè averci dato prima gli strumenti per farlo in pace.
Ovvio che se ci sono cause di forza maggiore ad impedirlo va bene uguale, e proprio grazie a quei medici che in apertura ho mandato a stendere, ma se no... perchè perdersela?





14 commenti:

  1. Con la prima figlia, ho fatto il travaglio in acqua e confermo che il rilassamento aiuta tantissimo a tollerare il dolore; poi, però, la fase espulsiva ho dovuta farla fuori, ed è stato un vero incubo, l'ho vissuta con la netta percezione di essere in un vicolo senza via d'uscita...avevo frequentato il corso preparto, dove il messaggio era: "lo fanno tutte da sempre, non è niente di così terribile", mentre, secondo me, avrebbe dovuto essere "è doloroso, faticoso, travolgente, ma passa lasciando spazio a gioia e soddisfazione".
    Con la seconda figlia, ho fatto una singola dose di analgesia a dilatazione completa: in dieci minuti la bambina è uscita, senza alcun dolore, e di questo parto conservo solo emozioni e ricordi positivi.
    Non avevo mai sentito parlare della tecnica che descrivi, è molto interessante e sono convinta possa essere d'aiuto.

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    1. Per curiosità, se posso e se vuoi, perchè la fase espulsiva hai dovuto farla fuori la prima volta...?
      Sono felice che il secondo giro sia stato più sereno! E sì la tecnica di cui parlo è proprio per superare con serenità anche l'ultimo step.
      A presto!

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    2. Mi hanno fatto uscire dalla vasca perchè il travaglio si era molto rallentato, poi forse avrei anche potuto rientrarci, ma non ne ho più sentito l'esigenza, anche perchè fuori riuscivo a trovare posizioni migliori per spingere.
      Sì, il secondo giro è stato un'esperienza meravigliosa!

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  2. Bellissimo!!! Mi hai fatto sorridere (tu partorirai con dolore tiè! ahahahah) ma anche riflettere tanto. E' poi l'Hypnobirthing non lo avevo mai sentito nominare: devo appuntarmelo per il secondo (se e quando ci sarà).

    Se per te va' bene creò un post con una breve introduzione, alcune righe del tuo racconto e poi linko alla fonte (il tuo blog). GRAZIE ANCORA e mi è piaciuto davvero! Congrats!

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    1. Grazie!
      A presto ancora. Il tuo blog è stupendo! Non capisco come tu non abbia mille lettori. Sul serio.
      Alla prossima

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  3. Eccola! È proprio tornata!!
    Quanto l' ho aspettato questo post!!!!
    Tornerò a dirti qualcosa di più sensato per ira ti faccio solo ina standing ovation. Bellissimo post, utilissimo sicuramente per molte.

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    1. Brava torna che tu mi manchi eh! Mi sa che i nostri figli ci hanno accorciato il guinzaglio...
      E fai un giro da Ivana qui sopra, ti piacerà! Vi piacerete!

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  4. Io non ti conosco, passo di qui per la prima volta, ti garantisco che se c'è qualche anti-zen-bio-energetica quella sono proprio...ma sappi che in questo momento sono anch'io in piedi a battere le mani, come alla fine di uno di qui concerti che ti soddisfano e ti saziano!
    Io ho partorito, ha fatto male, certo, ma prima che fosse passata mezz'ora dalla prima espulsione ho preso sonno, con mia figlia nuda nudella che si faceva la prima poppata stretta a me.
    Dieci minuti dopo la seconda espulsione, 20mesi dopo, ero pimpante e garrula che nutrivo il mio secondo figlio, perchè con un travaglio di tre ore scarse non c'avevo manco sonno!
    Tutto ciò in ospedale, fortunatamente seguita il giusto e bene, e con l'intima certezza dentro di me che era tutto alla mia portata, che ce la potevo fare, e che tutto quel dolore sarebbe scoppiato da un momento all'altro, come una grande, grandissima bolla di sapone.
    E sono una che tende ad avere mancamenti alla vista di ferite, taglietti e gocce di sangue e ho una bassa soglia del dolore, tant'è che ogni tanto mio marito mi fa "...e tu hai partorito?..."
    va bene dai, vado, chè son la solita prolissa.
    clap clap ancora!

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    1. Benvenuta! grazie!
      Ecco, tu fai senz'altro parte della squadre delle "fortunate" e di quelle che hanno qualcosa di innato. E' sempre bellissimo sentire di persone a cui è andata così bene con facilità.
      Quello che a me preme tanto far passare è che affidarsi alla propria buona stella per alcune può non essere abbastanza e i modi per prepararsi, prepararsi davvero, ci sono ma purtroppo restano una cosa un po' di nicchia. Il che mi manda in bestia.
      Spero passerai ancora di qui. Ciao

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  5. Io son sempre stata per il parto medicalizzato al minimo. Infatti x entrambi non ho voluto alcuna puntura anestetica, che mi suona francamente ridicola, ma che è tanto in sintonia col mondo di oggi, che ci cresce insicure e pigre. Ma non tutte.

    Bentornata! :-)

    Ps - gli avvoltoi intonano quel bel motivetto a Mowgli ne Il Libro Della Giungla ;-)

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  6. 10 punti a Carpina che conosce Mowgli! :-)

    Guarda sulla pigrizia è meglio che io stia zitta, che forse i miei figli avrebbero preferito nascere con un cesareo ma avere una mamma che ci metteva meno tempo ad alzarsi dal letto la mattina...
    Però sì, per mille vie si è arrivati a una concezione del parto così inutilmente lontana dalla realtà... ed è un peccato.
    Pensa che ho un'amica che piuttosto che pensare di affrontare un travaglio si è fatta due cesarei programmati senza alcuna necessità medica. Mah, per fortuna viviamo in una società e in un tempo in cui si può scegliere! Peccato che le informazioni disponibili prima siano, nella maggior parte dei casi, incomplete o, se non altro, molto sbilanciate verso il lato meno "zen" della vicenda.
    :-)

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  7. Hey, bentornata. Bello questo post, mi trovi molto in linea. è quello che ho fatto io coi miei due parti, mescolando yoga, lettura (un leboyer+ Iyengar), istinto. Fermamente convinta a trovare un senso "fisico" a tutto quel dolore, ad assecondarlo invece che a contrastarlo. Non dico che non sia stato doloroso, perché lo è stato (con la seconda poi pensavo di morire), ma è stato anche bello, "naturale" nel senso che le cose andavano per il loro verso e ne ero consapevole. Bello eh. Adesso basta però. :-D

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    1. Ciao! Grazie...! In effetti tornata è un parolone che qui ritagliarsi un buco per un post è un miracolo...
      Come adesso basta?! Mai dire mai... :-)

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  8. Un'ovazione per te!!!!
    Io ho ancora una rabbia dentro perchè la mia prima non ho potuto partorirla come volevo io, maledetti medici, e infatti sono finita con episiotomia io e apgar 5 lei!
    Il secondo invece 4.450g nato naturalmente e con solo due punti, se ci penso ho ancora i brividi per l'emozione, di parti così ne farei a milioni...e ho sofferto eh, mica che l'ho partorito senza accorgermene!

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