giovedì 11 dicembre 2014

Cammelli brontoloni nel presepe


Non so quanto sia vita vera e quanto polemica sterile dei giornali, ma almeno ha il merito di farmi tornare voglia di scrivere.
Sono due mesi che ho la testa piena di idee mentre alle giornate manca il tempo di scriverle. Si accumulano e aggrovigliano che più che un post avrei bisogno un libro per metterle in ordine. Il mio nuovo progetto (like my Facebook page please!) mi sta assorbendo, e con lui un corso sul benessere emotivo dei bambini in un centro di studi immenso sulla salute mentale dove vorrei studiare tutto. Mixati insieme nella mia testa creano una reazione piuttosto esplosiva che solo andare a correre e iperossigenare il cervello sembra in grado di sedare parzialmente. Il tutto a scapito di questo mio spazio, purtroppo.
Ma il presepe, dicevo.
Ieri c'è stata la recita a scuola di Olivia: uno degli ambienti più internazionali e multiculturali che abbia mai frequentato.
Me la tengo stretta al cuore questa natività dal punto di vista di un cammello brontolone. Che si emoziona quando arriva da Gesù Bambino. 
A casa della bimba indiana che faceva Maria ricordo di aver visto un piccolo altare con candele sempre accese alle principali divinità Indù.
La percentuale di piccoli cammelli e angeli ebrei superava il 30%.
La stella cometa era un bimbo turco, peraltro non l'unico sul palco.
La parte del cammello protagonista è andata a chi più ne avrebbe beneficiato, e l'ho trovata una cosa intelligente e delicata: un compagno di Olivia di quelli che si potrebbero definire "difficili". Come il suo personaggio, un tipo piuttosto "grumpy". 
I genitori si sono commossi, tutti, senza eccezioni, al canto finale degli angeli: Listen to the song...for it tells of peace and love...
Perché come ha detto giustamente la mamma della stella cometa: "Anche se non è la mia cultura è comunque parte di questo paese in cui viviamo ed è importante che mio figlio la conosca."

Davanti a un gruppo di seienni che ricordano un bimbo nato 2014 anni fa, che ha messo in viaggio e fatto inchinare persino grandi re...ecco, davanti al messaggio di amore che c'è sotto, a me e alla mia scarsissima religiosità viene voglia di rispolverare il presepe. E' un giorno all'anno in cui a scavare sotto il cumulo di cose da fare, a ripulire bene da quel clamore che c'è intorno, tutto sommato ritroviamo solo un essere un umano; anzi, meglio ancora, un bambino. E l'urgenza che ognuno di noi porta con sé di un po' di pace e di amore. Banalissimo. Così banale che quello è finito su una croce e 2014 anni dopo noi siamo ancora qui in questo stato.

Il Natale come un momento per "tornare alla base", fisica e mentale, è qualcosa che, soprattutto da quando ho i miei bimbi, mi piace molto.
Sono felice ci sia un giorno all'anno in cui è importante ricordarsi chi si è, da dove si viene, chi sono le persone importanti. Quest'anno, facilitata certamente da un conto in banca raso al suolo dal grande passo di comprare casa che renderà l'acquisto dei regali rapido e ridotto al minimo, mi è tornata ancora più forte una voglia di Natale con la N maiuscola. Un Natale che trasmetta ai miei figli tradizioni e rituali, con il paté che mia mamma fa ancora secondo la ricetta della trisnonna e che ogni anno "era più buono quello dell'anno scorso".
Un Natale che riaccenda per un poco il calore delle origini, perché le origini sono importanti e se non sai da dove vieni potresti trovare difficile capire dove vai.
Un Natale che magari filtri anche un poco di spiritualità. Che è molto più di una cosa religiosa e culturale. 
E' quasi Natale. Non va sprecato.














7 commenti:

  1. Bentornata, con un post con il botto!
    Per far filtrare tutto quello che dici tu basterebbe che i pensieri non fossero sempre dominati dall'odio... Mica facile, ma io la penso come te!

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  2. Grazie Robin, è un piacere ritrovarti. Odio, preconcetti, egoismo in senso stretto di prospettiva centrata solo su di sé... Come diceva mia nonna: "Basta poco, che ce vo'?"

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  3. Questo tuo è uno splendido augurio di buon Natale, che dovremmo tenere a mente quando si litiga per un crocifisso in classe ... Ci sono messaggi eccezionali in ogni cultura e condividerli, come accade nella vostra scuola, è il miglior modo di far crescere uomini e donne più consapevoli e sereni.

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  4. davvero bello il tuo post! spero di leggerti più spesso e che sia un Natale pieno di tradizioni, amore, storie semplici di bambini nati 2000 anni fa che è bello far rivivere con un piccolo presepe dentro le nostre case.

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  5. Bellissimo post. Fatico a credere che sia stato scritto da una persona con "scarsissima religiosità". O forse no.
    Guardo alla nostra povera Italia e penso che siamo noi, i nostri peggiori nemici...

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  6. Sempre bellissimi i tuoi post! trovo meraviglioso il messaggio sulle origini"perché le origini sono importanti e se non sai da dove vieni potresti trovare difficile capire dove vai."
    Buon Natale Why a te e alla tua splendida famiglia! a presto spero

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  7. Un bellissimo post. Che condivido pienamente dopo la mia esperienza alla scuola internazionale dei miei bimbi in Thailandia dove tutti i bimbi partecipano con gioia anche alle feste tradizionali buddhiste. Ogni celebrazione religiosa ha un messaggio bello ed importante per i bambini. Mi permetto di segnalarti un post che ho scritto sull'argomento per il blog Amiche di fuso a cui collaboro
    http://amichedifuso.com/2014/12/10/scuola-internazionale-unopportunita-per-i-figli-non-solo-per-la-lingua/

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