Dopo essermi beata e bullata di un bell'atterraggio morbido, oggi, ancorché morbidamente, ricomincio a fare i conti con un pò di piani e di fantasmi. Sperando almeno di riuscire a distinguere i primi dai secondi...
C'è una presenza in particolare che non posso più ignorare e che mi ha sorpreso molto trovarmi intorno: il famigerato, tanto richiesto, fratellino. La cosa che meno pensavo di prendere in considerazione fino a pochi mesi fa e che invece con sbalorditiva ostinazione si è fatto strada fino a me.
Ho molto a lungo saputo che non era tempo per allargare la famiglia; ho attraversato periodi in cui della famiglia stessa ho dubitato e ho concentrato con grande impegno ogni fibra del mio Io verso la costruzione di un Io che fuori dalla famiglia si esprimesse.
Sono stata in crisi e in lotta; e non per poco. Ho identificato un progetto concreto, che ancora voglio perseguire, ma a breve termine è fuori portata. Non ho voglia di ulteriore disarticolazione. Pur nel rifiuto più deciso di ogni forma di rassegnazione, non ho più voglia di restare con un piede dentro ed uno fuori dalla porta, non ho la forza per rifarlo. Né la voglia, né il bisogno.
Ed è stato qui, su questo punto debole uscito allo scoperto, che è entrato a gamba tesa lui. Fratellino parla di O, parla di Marito e parla di me. Si fa strada suggerendo di non abbandonare il piano A ma di farlo aprendo a un piano C. Ad un piano dove se ho deciso che famiglia dev'essere allora famiglia può essere. E io l'ho sempre intesa larga. Parla di progetti che si possono portare avanti comunque e di tempo che corre via, portando con sé una O sempre più grande e una me si spera un pò più adulta e non solo un pò più vecchia.
Mi dice che sarà tutto più complesso ma più semplice, che si tratterebbe solo di invertire l'ordine degli addendi, e minaccia rimpianti che intravede all'orizzonte. Gli esempi vincenti non gli mancano. Avendo avuto O relativamente presto, sono circondata da donne un pò più grandi di me, tutte mamme doppie, e aldilà degli spauracchi delle yummy-mummies, precise e puntuali nell'indicarmi cosa non voglio diventare, ne vedo molte capaci di ricominciare a costruire cose nuove con più di un figlio tra le mani.
Io ascolto, se non altro ascolto. E mi chiedo se sia voce di pienezza e di saggezza o canto vischioso di sirena che prosciuga.
Marito, che detesta gli imprevisti e brilla di molte cose ma non di flessibilità, quando si parla di figli non ama pianificare e detesta calcolare. Incoraggia i miei progetti, A, B, C fino alla Z, e forse è più ottimista di quanto non sembri rispetto al futuro.
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