giovedì 12 gennaio 2012

Voglia di lottare disperante e contagiosa

Ricevo e archivio questo dolore, con tutta l'ingiustizia che si porta appresso, ma anche e soprattutto con quell'energia che solo una lotta vera e violenta contro il nostro mondo amaro sa portare. Di cui personalmente ho sempre fame.


Ciao a tutti,
qualcuno sa già qualcosa, altri no... partiamo dal
fondo: purtroppo torneremo in Italia prima del previsto e senza
bambini.
La situazione che ci siamo trovati di fronte non era quella
che ci era stata presentata dalle autorità del posto. 
In particolare,
la bambina ha problemi che, nel migliore dei casi, possono vederla data
in adozione da sola a due genitori che si possono dedicare a lei
esclusivamente.

Certamente non poteva essere abbinata a dei fratelli,
cosa dapprima negata dal tribunale e in seguito ammessa.
Cosa
particolarmente spiacevole, siamo stati noi, vivendo solo pochi giorni
con lei, a constatare il problema e a riportarlo alle autorità.
La
rapidità nella nostra decisione è stata dovuta al fatto che non
volevamo in alcun modo che i problemi della bambina (infine constatati
da uno specialista) fossero in qualsiasi modo posti in relazione alla
adozione o, peggio ancora, alla nostra capacità di saperci relazionare
con lei.
In un primo incontro con il tribunale, oltre ad aver fatto
presente tutti i problemi della bambina che non ci erano stati
segnalati, abbiamo anche suggerito loro la necessità di dividere la
fratria in vista di una adozione.
Abbiamo noi valutato la possibilità
di poter adottare i soli due bambini maschi, cosa dapprima esclusa
assolutamente dal tribunale ma che il giorno successivo ci è stata
effettivamente proposta.
Il cuore ci avrebbe portato a partire
immediatamente ma abbiamo riflettuto a lungo: sebbene siamo sereni e
non portiamo sensi di colpa, noi siamo parte della storia della
divisione tra i fratellini.
Il maggiore, in particolare, ha vissuto e
porterà il ricordo della necessità di contenere fisicamente per ore la
sorella da parte nostra. I fratelli che vengono adottati da famiglie
diverse vivono la divisione prima dell'adozione e i genitori adottivi
appartengono alla nuova vita.
In questo caso ci saremmo trovati a
convivere con una esperienza negativa vissuta da entrambi (noi e i
bambini) e che difficilmente avrebbe potuto aiutare a creare delle
fondamenta stabili e serene per la nostra famiglia. Inoltre, al di là
di legami più o meno forti, la figura di Angelica (la bambina) sarebbe
una figura costante nella quotidianità (la nostra, almeno).
Per inciso, l'adozione dei soli due bambini avrebbe richiesto la chiusura
del precedente fascicolo e la apertura di uno completamente nuovo, cosa
che avrebbe richiesto la nostra presenza in Cile per un tempo
imprecisato, verosimilmente per tre mesi.
Questa a grandi linee la
sintesi di quanto è accaduto, magari ci sarà occasione nel tempo di
parlarne di persona.

Ci spiace per tutti quelli che hanno vissuto con
noi l'emozione della preparazione e per quanti hanno addirittura
contribuito con regali (che sono comunque rimasti ai bambini),
consulenze e disponibilità di varia natura. A breve rientreremo in
Italia e dopo avere messo insieme i pezzi ricominceremo più uniti di
prima come abbiamo fatto dopo le disavventure di tutti questi anni.

A
presto e grazie a tutti

S&A

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