mercoledì 11 gennaio 2012

Adesso vado. Giuro che adesso vado. Non è tardi, e arrivo là in un attimo. E poi insomma, non è che qui a casa io stia combinando granché, diciamocelo. Che qui è un gran perdere tempo.
Urge canalizzare questo tempo, questa attesa. Nonostante le macumbe della suocera non di dolce attesa trattasi, e forse è ancora peggio che almeno ad aspettare nove mesi si sa più o meno dove si va a parare...e cosa, o almeno quale forma di vita, si sta costruendo.
L'attesa di un responso invece ti consuma, di quella decisione altrui da cui dipende su quale lato della vita andrai a cadere, se toccherà pensare a un piano B o concentrarsi finalmente verso una meta definita. E mentre aspetti la produttività scarseggia (anche perchè scarseggiano i compiti da svolgere - o almeno quelli che si può avere voglia di svolgere) e il cervello si accartoccia tra i momenti di ottimismo in cui tutto sembra guidato da un fato buono e quelli in cui solo i capricci di quel fato sembrano reali.
Seduta, aspetto.
Anzi, vado vah, adesso vado per davvero.

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