martedì 7 febbraio 2012

Bullshit!

J è figlia di una di quelle mamme lavoratrici a tempo pieno che un po' invidio e un po' compiango. Nel suo caso, a dire il vero, compiango assai. Non si può giudicare bla bla bla, ma sai che c'è? Invece io intendo proprio giudicare. E non il fatto che il poco tempo che passa con la madre lo passi a fare shopping, tanto da essere la bimba più sexy femminile che abbia mai visto, capace di abbinare da sola vestiti e colori in un modo che io manco con la stylist appresso; e non il fatto che abbia un'agenda più piena della mia, con tutor che vanno e vengono da casa e corsi e lezioni di ogni genere e specie; quello che a me manda proprio ai matti è che è vietato farla piangere. E la strategia è precisa e disastrosamente collaudata: al primo cenno di scompenso sono tutti autorizzati a promettere qualsiasi cosa, che la mamma (forse, a volte) provvederà a rimediare.
Ho sentito personalmente promettere l'acquisto di praticamente qualsiasi cosa, gioco o genere alimentare, O abbia osato possedere che J non avesse (tenuto conto che qui non ci sono Barbie e a casa sua circa 22 -non scherzo-).

Bene. Anzi, male. Oggi J è uscita da scuola con quegli occhi che il-gatto-di-shrek ha reso proverbiali e la tata ha provveduto a spiegarmi che poverina, aspettava ci fosse la madre a prenderla. (La stessa madre che MAI in 2 anni di classe insieme ho visto all'uscita da scuola!) "Stamattina piangeva perché quando si è svegliata i genitori erano già usciti e allora la nonna le ha detto che la mamma sarebbe andata a prenderla. Sai, per non farla piangere..." Eh beh...!
Ecco, a me semplicemente queste cose mandano il sangue alla testa. Ma proprio fisicamente. Insieme a quelli che al parco convincono i pargoli a lasciare l'altalena solo giurando che il guardiano sta per chiudere i cancelli, quelli che minacciano l'arrivo di fantomatici poliziotti e quegli altri che risolvono scene davanti a una vetrina assicurando "Domani, te lo compro domani."
Non che io sia una fine pedagoga di chissà quale levatura, anzi, procedo a tentoni come e più di tutte e sono solo contenta quando anziché pestare il muso scopro di dire qualcosa di efficace. Ma le balle proprio no. Non mi capacito si possano alimentare false aspettative o finti timori e credere sinceramente di poter essere ripagati con fiducia, trasparenza e lealtà. Trovo impossibile si possa serenamente e volontariamente mostrare così poco rispetto per un bambino e la sua intelligenza.

7 commenti:

  1. Ciao, arrivo qui per la prima volta e mi fermo perchè hai detto esattamente ciò che sta alla base della mia ideologia materna: niente bugie! Io sono una lavoratrice a tempo pieno, porto mio figlio a scuola tutte le mattine ma a riprenderlo non mi riesce più di 10 volte per anno scolastico. Ma i salti mortali per stare con lui, sì, quelli li faccio tutti i giorni e non gli mento praticamente mai "per non farlo soffrire". Alle volte capita di acquistare quelle cose che non avrei il tempo di creare, ma non serve a colmare le assenze, serve solo a risolvere questioni pratiche. Mio figlio piange e prova delusioni, credo faccia parte del gioco. Ma non ho mai detto "verrò" se non ero matematicamente sicura di poterlo fare. Queste mancate promesse fanno molto più male di un gioco non comprato.

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    1. Ciao Marzia, grazie di esserti fermata qui e aver lasciato le tue parole!
      Io proprio non capisco come raccontare piccole bugie ai bambini possa essere così diffuso..ma davvero, capita di sentirne così spesso...! Noi forse faremo più fatica nel breve termine, ma sono fiduciosa saremo ampiamente ripagate sul lungo.
      Ho fatto anch'io un giro sul tuo blog e ci tornerò senz'altro. Alla prossima!

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  2. brava hai ragione, i bambini non sono stupidi e non vanno trattati come tali. Bisogna parlargli normale e dirgli sempre la verità e spiegargli le cose.e se piangono pace...capiranno..sennò si viziano e poi in futuro saranno guai!

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    1. Ciao Mamma Cì, bello ritrovarti e condividere ancora un pezzetto delle nostre idee! A presto!

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  3. Sono assolutamente dalla tua!

    Anche io detesto quando ai bimbi si mente - che poi lo si fa per una motivazione MOOOLTO più egoistica del 'per non farla piangere', che non è vero: ai bimbi gli si dicono bugie, quando non si ha la voglia, il tempo, il temperamento, di spiegare, parlare, argomentare (non compriamo il gioco perchè non ce n'è bisogno, ce ne sono già tanti, a casa ne recuperiamo un altro, e via così) dirgli invece 'te lo compro domani' non solo significa alimentare nel bimbo una crudele quanto falsa speranza, significa anche sbrigarsela in quattro e quattr'otto!
    Il che, è ancora peggio del 'per non farla piangere, poverina'................

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  4. Poi da adolescenti, o magari anche prima, questi bambini diranno un mare di bugie ai loro genitori... chissà perché?!
    Sono contenta di essere una mamma "precaria", perchè ho la fortuna di non dover tornare a lavoro per paura di perdere il contratto indeterminato, ma posso veder crescere io i miei figli, portarli a scuola tutti i giorni, riprenderli, portarli a casa e giocare tutto il pomeriggio (o quasi) assieme!

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