martedì 6 marzo 2012

Lo scocciante fatto che tutti dobbiamo morire (spiegato a mia figlia!?!?)


da Andy Riley, "Il libro dei coniglietti suicidi", Mondadori

"Mamma, quando moriamo diventiamo ancora piccoli piccoli, entriamo nella pancia di un'altra mamma e ricomincia tutto da capo."
Rimpiango molto questa certezza che O mi ha esternato circa un anno fa, presa da ispirazione buddista di cui ignoro la provenienza. Le maestre mi assicurarono che nessuno a scuola ne avesse parlato e il compagno indiano non ha l'aria di uno che intrattenga lunghe conversazioni sul post mortem.
Non lo so se abbia davvero potuto formularsi questa idea da sola, anche se in fondo è una versione che dal punto di vista di un bambino sembra probabilmente molto più logica e sensata di molte altre, e mi importa poco.
All'epoca trovai la cosa curiosa e anche assai rassicurante: ci aveva pensato, e si era data una risposta. 

Quando la mia adorata nonna, La-bella-farmacista, ha deciso che 100 anni erano abbastanza e ha chiuso gli occhi, noi non eravamo in Italia; ma al primo viaggio fu chiaro anche ad O che un elemento abituale e significativo mancava all'appello. Forse ho sbagliato, ma la versione "La nonna bis era molto molto vecchia, molto molto stanca, quindi è andata a riposare per sempre in un posto lontano" mi era sembrata la più spendibile con una bimba che aveva appena compiuto 3 anni. Eh sì, forse ho sbagliato... non lo so, onestamente, non lo so. Sul momento parve funzionare, e come sa bene ogni mamma, quando una cosa pare funzionare si è molto tentate ad usarla! L'idea che alla fine dormiremo tutti insieme mi sembrava bella, e in fondo una parte irrazionale e un po' superstiziosa dentro di me un po' spera sia così. Ma qualche tempo dopo, segno evidente che i pensieri correvano sotto i riccioli senza avvisarmi, sono arrivate le domande logistiche: "Saremo in una casa o in un albergo?"
Ok, confesso, io e il mio dottorato in filosofia abbiamo vacillato e ancora vacilliamo, prendendo in seria considerazione di convertirci a qualsiasi religione pur di iniziare a credere in qualche paradiso (anche se a me la reincarnazione piace di più).

Oggi la vicenda si complica ulteriormente, le domande si fanno analitiche, precise e di una logica che non ammette sbavature. Ancora non ossessive, per fortuna, ma è assai chiaro che l'idea sta maturando e si prepara ad essere formulata in maniera inappellabile: "Ma anche tu mamma potresti morire? E papà? E io?"
Io non lo so se sono pronta però! E intendo equipaggiarmi. Ho poche idee ma non confuse: non voglio dire balle e non voglio angosciare. Da queste partirò.
C'è qualcuno là fuori che ha idee sensate su come procedere?



17 commenti:

  1. ciao!
    Purtroppo capita a tutte le mamme di arrivare a questo punto. La tua nonna centenaria è stata fortunata, se posso, ha vissuto a lungo e voi ne conserverete tanti bei ricordi :) per cui non hai le complicazioni di incidenti ecc da spiegare. Invece le domande di tua figlia hanno un senso e vanno sicuramente accolte, perchè rispecchiano dubbi che potrebbero spaventarla, cioè che capiti anche a persone giovani e vicine, molto vicine...

    Se vuoi io ne ho parlato qui http://ilmondodici.blogspot.com/2011/11/libri-la-morte-presentata-ai-bambini.html e qui quando è capitato a mio suocero http://ilmondodici.blogspot.com/search/label/nel%20cuore

    Non essere evasiva, se posso (ancora! perdonami, ma questi temi mi stanno molto a cuore), perchè se no potrebbe pensare che le nascondi qualcosa...

    Se finite a parlare di "paure" nei venerdì del libro trovi tantissimi spunti ciao!

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    1. Cara Cì, è sempre un piacere leggerti e ritrovarti. Grazie! Il rischio che io sia evasiva non c'è, ma proprio per quello voglio pensarle bene le risposte da fornire... Vengo senz'altro a fare un giro nel tuo blog, lo sai già che trovo sempre righe che mi piacciono e su questo tema sono fiduciosa.
      è proprio come dici tu: le domande vanno accolte. io cerco sempre di farlo rispondendo solo alla domanda specifica su questi temi, senza aggiungere elementi che confondano ulteriormente. solo per rendere più graduale il passaggio alla domanda finale e brutale, che voglio venga da lei senza suggerirgliela io.
      per ora sembra serena, certo è che non è facile per nessuno accettare di dover togliere il disturbo!
      a presto

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    2. Ah, e sì: la mia nonna è stata davvero fortunata, puoi dirlo eccome. C'è fortuna anche nella morte, quando è lieve. Firmerei oggi per andarmene così, in silenzio, nel mio letto, cosciente fino all'ultima settimana, circondata dai miei figli...

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    3. Ritorno per linkarti questo post sul tema (che a sua volta contiene molti link) http://www.babytalk.it/wordpress/?p=3430
      Anche io accolgo le singole domande e bado bene a non andare fuori tema. Loro hanno curiosità e dubbi precisi, bisogna essere corretti e dar risposta alle loro preoccupazioni (se ci sono) e non voce alle nostre, se intendi cosa sento al riguardo.
      ciao, a presto!

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  2. "Saremo in una casa o in un albergo?"
    Mwaahaaaa :D :D Fortissima!
    Sinceramente, non ho nessun suggerimento, dato che la mia esperienza coi bambini è pari a zero. Sono però curiosa di leggere cosa proporrà chi passerà dopo di me!

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  3. Non ho figli, però sono figlia anche io di atei; e quindi comprendo e ricordo la questione della difficoltà di spiegare tutto questo senza ricorrere alla fede.
    La mia mamma, ricordo, fu molto dolce ma anche molto piana (però io ero un poco più grande, quando ebbi a che fare con la morte la prima volta): "Il nonno stava male, e ora non c'è più; noi siamo tristi e ci dispiace, ma lui nell'ultimo periodo non era più sereno". O qualcosa del genere (o comunque questo è il ricordo che mi ha trasmesso). Qualcosa di inevitabile, non bello, e per il quale ci si sostiene tra vivi.
    So di non essere di grande aiuto, però ti posso dire che ricordo ancora quelle chiacchierate con la mia mamma come qualcosa di molto dolce e buono.

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  4. il mio pargolo ed erede, che cresce sempre più, sembra voler ignorare ostinatamente l'idea della morte...anche se piazzata in contesto astratto, tipo la mia commozione per la morte della Szymborska o di Lucio Dalla..quando guardavo lo streaming del discorso del suo compagno domenica scorsa si avvicinava infastidito e mi chiedeva perchè fossi triste per qualcuno che non avessi mai visto e non conoscessi..così come è impaurito ed infastidito ogni volta che passiamo accanto ad un cimitero...
    ..la cosa mi spaventa alquanto...

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  5. Sono domande che tutti gli esseri umani si pongono fin dall'inizio della loro presa di coscienza, nessuno ha dato una risposta risolutiva, lo sai bene. Ho incontrato persone anziane, molto religiose che mi chiedevano " ma ci sarà vita nell'aldilà ?" La cosa mi ha stupito, come la paura di molti ferventi cattolici che avevano paura della morte. Non ho ricette ovviamente, amo leggere molti libri di storia delle religioni, personalmente penso che bisogna rassegnarsi a essere parte di un tutto unico, un panteismo in cui nulla si crea e si distrugge, ma si trasforma. Noi siamo quello che la società intorno a noi ha formato. Siamo unici magari, ma dipendenti gli uni dagli altri. Con la morte di amici e parenti penso che loro rivivono in noi, nei nostri ricordi. Noi siamo un insieme di persone tanto amate, per questo conta dimostrarsi compassionevoli e aperti a tutti, per lasciare un'impronta benefica. Cerchiamo di essere umili e buoni con il prossimo. Questo conta. Con i bambini bisogna dare conforto e serenità, così da adulti potranno riversarla a loro volta.
    Scusa in due parole non si possono fare miracoli.
    Un saluto e un sorriso alla tua principessa O.

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  6. Ti seguirò con attenzione Why, perchè non ho neppure io la minima idea su come procedere. E quel che è peggio, la nostra famiglia ha già dovuto fare i conti con la morte: due anni fa è venuto a mancare improvvisamente il marito della sorella di S., nel sonno, a neppure 40 anni. In quell'occasione però Nanetta, che aveva tre anni compiuti non ha chiesto nulla e non ha mai mostrato alcun interesse nel capire dove fosse finito il papà della sua cuginetta. Io non ho voluto insistere, ma credo che prima o poi le verrà la curiosità di capire cosa succede a chi 'non c'è più' e vorrei essere pronta, vorrei poter dare risposte che le lascino la sensazione che ha provato la povna quando si è trovata da figlia a parlarne con la madre. Resto sintonizzata.

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  7. Ciao why, il tema e' delicato soprattutto se sono i figli a chiedere spiegazioni, soprattutto se sono piccoli.
    Io sono cattolica, credente e praticante, perche' secondo me le due cose sono inscindibili, non si puo' essere cattolici tiepidi, o si accetta tutto o niente. Per cui la mia visione della morte, per quanto e' possibile, e' serena e piena di speranza. Ci stiamo avvicinando alla Pasqua, e per chi crede significa vittoria di Cristo sulla morte. Che significa? che Dio per mezzo di suo figlio, ha sconfitto cio' che piu' fa paura all'uomo, la fine delle cose, il peccato, il nulla. Ci ha dato il dono della Resurrezione, dell'eterinita', di poter vivere sempre alla sua luce al suo cospetto, non soli.
    So che sono concetti che per qualcuno possono sembrare astratti e intangibili, e quindi da escludere, da evitare e nemmeno da leggere. Io per prima vacillo spesso, umanamente, e comunque sia e' piu' che umano avere paura della morte, di quel giorno, ma la vita ha un senso solo se si pensa al dopo, altrimenti perche' tutto cio'?Perche' i figli, perche' l'amore, perche' l'affanno, perche' la malattia, perche' la sofferenza?
    Io ai miei figlii ho sempre parlato di Gesu', di Dio, come qualcuno che e' sempre presente con noi, qualcuno da amare anche se non lo vediamo, qualcuno che esiste, grazie al quale esistiamo ed esiste tutto intorno a noi, qualcuno da ringraziare, da pregare...insomma non lo sentono come qualcosa di altro da se'.
    Federico, il mio piu' grande, spesso mi ha fatto domande difficili come queste e io ho cercato di rispondergli serenamente, dicendogli che le persone che non ci sono piu' hanno semplicemente cambiato luogo, sono in un posto migliore, in compagnia di Dio, e ci guardano e ci proteggono, ci vedono ma noi non possiamo vederle. La sua paura rimane l'essere solo. "ma tu mamma ci sarai?" "saremo sempre tutti insieme"gli rispondo, "con i nonni e tutti quelli che conosci"...."ma saremo con questo corpo, da bambini, e tu cosi'..?" beh a questa domanda non so rispondere , perche' anche se e' vero che alla fin dei tempi ci sara' anche la resurrezione della carne, beh non so con che fattezze e che significa...prometto di approfondire.
    Intanto ti suggerisco una lettura, se ti va, e se sei alla ricerca di una fede.

    http://www.opusdei.it/art.php?p=24372

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    1. grazie smyle, apprezzo molto la tua condivisione. è bello che tu abbia trovato tanta certezza. io non sono come te. conosco molto bene la tradizione cattolica e quando me ne sono allontanata l'ho fatto coscientemente e in maniera informata.
      non critico né giudico chi la pensa diversamente da me, semplicemente, non mi basta. amo molto il personaggio storico di gesù cristo e ne porto con me il messaggio con piacere. ma non vado oltre. credo fermamente che il senso di quello che facciamo sia qui su questa terra, nelle tracce che lasciamo dietro di noi, e non in un mondo ultraterreno che mi pare solo assai rassicurante. la genesi inizia con "In principio era il logos", e secondo me è così: è la nostra ragione che deve guidarci. il principio e la fine di tutto. io sono molto serena rispetto alla morte, è solo che lo sono in un modo così intimo e razionale che non ho ancor trovato le parole per la mia O. ma confido di trovarle...
      a presto!

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  8. I bambini hanno sempre domande e risposte interessanti. Secondo me devi dirle la verità. Ho dei ricordi molto licidi della mia infanzia, ma non ricordo quando mi venne spiegato come funziona il ciclo della vita ne la riproduzione. So solo che non ne sono mai rimasta shockata e mi deve essere stato spiegato molto molto presto perchè davvero non ricordo di avere mai vissuto nel dubbio. Sono molto grata alla miam mamma per questo :)

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  9. Stranamente mio figlio ha acquisito la sua idea della morte molto presto, ama i numeri e il tempo quindi sa che esiste la nascita, la vita e la morte. Non l'ho mai visto spaventato, anzi, questo un po' mi fa sentire a disagio. Gli parlo di un un'anima che continuerà ad esistere, perché ci credo, e a lui piace, ma ogni tentativo di avvicinarlo al concetto di Dio fallisce perché per un iper-razionale e' troppo astratto, la fede si accetta e basta e questo lui non riesce a farlo. Tutto sommato neppure io. Io credo che questa non sia l'unica vita ma nessuna struttura umana può darmi una verità assoluta. Anche se non gliel'ho mai detto forse l'ha intuito. Per ora non abbiamo dovuto confrontarci con una perdita vicina, bisognerà vedere se in quelle circostanze sarà ancora cosi' sereno, ma e' già più grande quindi e' possibile fare discorsi più complessi. Speriamo di saperli fare al momento giusto...

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    1. non ho dubbi tu li saprai fare marzia, davvero!

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  10. ciao, la questione è spinosa...
    credo che ai figli non si possa che trasmettere ciò che siamo, la verità, coraggiosamente. Se non crediamo non possiamo fingere di credere nè possiamo chiedere a loro di farlo.
    Con i miei figli mi capita talvolta che domandino per conoscere il significato di qualcosa da un punto di vista logico, intellettuale mentre altre volte sono interessati al contenuto affettivo, emotivo delle mie risposte. Così le domande sulla morte possono nascere dal bisogno di capire razionalmente di che cosa si tratta oppure da quello di essere rassicurati sulla forza dei legami e sul significato delle separazioni. La difficoltà per me è spesso quella di distinguere i due piani e di dare risposte adeguate ai loro bisogni.
    Comunque sia, un pò fa soffrire...
    ciao
    (e grazie di essere passata da me. tornerò a trovarti,anzi comincio a seguirti da ora).

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  12. Cara Why... è arrivato il momento che io mi prepari à saper affrontare questi argomenti. Non sono pronta, sono molto difficoltà e mi sono tornati in mente questi tuoi post.
    ne approfitto per lasciarti un abbraccio. Spero tu stia bene

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