lunedì 26 novembre 2012

Tovaglie, orologi, riviste sceme e passi lievi



E' ripartita già da qualche giorno, portandosi via quel rumorino speciale che fanno i suoi passi lievi quando si muove per casa. Lei, la mia mamma, così discreta, così attenta, che mi fa sentire una privilegiata ogni volta che leggo delle tante mamme italiche con la loro lista di commenti e lamentazioni mai taciuti.
Ha lasciato dietro di sé tracce leggere del suo passaggio, cammuffate da piccoli regali o gesti di attenzione.
Nel cassetto in cucina, stirate come mai più lo saranno in casa mia, le tovaglie dei suoi primi anni di matrimonio, che finalmente qualcuno ha un tavolo rotondo su cui usarle; e una fatta a mano da mia nonna, di quelle che a toccarle ti fanno sentire la perfezione antica di dita sapienti e tempo dedicato.
Lei ama le tradizioni, gli oggetti che si perpetuano negli anni, e soprattutto avvertire la presenza di chi li ha usati prima di noi rivivere tra le nostre mani.
Ha guardato mio marito con l'aria di dovergli dire qualcosa di banale e con la massima semplicità gli ha fatto sapere di volergli bene. "Ma non più con il tramite di mia figlia, proprio a te, direttamente." Il ragazzo è ancora interdetto, lui che ha parole ed emozioni in due aree ben distinte del cervello e della vita. Ma l'ho visto toccato. Così come l'ho visto ricevere un regalo inaspettato con lo stesso emozionato imbarazzo che raramente gli ho conosciuto: ora sfoggia un orologio appartenuto al mio bisnonno, donato con slancio leggero, con quella naturalezza che si riserva ai figli e la raccomandazione di tramandarlo quando diventerà nonno a sua volta.
In sala mi resta una pila altissima di IO-DONNA, roccaforte delle mia superficialità e piccolo rito che lei segue mentre tiene il tempo della nostra lontananza. Uno alla settimana, per ogni settimana in cui ha aspettato di vederci. E' la prima volta che me ne porta così tanti.
La ritrovo nelle pieghe nascoste di gesti quotidiani. In una lavatrice svuotata quasi a tradimento che ritrovo piegata senza ricordare di averlo fatto; nei cubetti di sedano nel freezer, che quando serve non l'ho mai e lei lo sa. Nelle opinioni espresse con dolcezza, incapaci di suonare giudicanti, e nella certezza che tornerà, con quel suo modo magico di essere presente sempre senza esserlo mai troppo.

5 commenti:

  1. Siamo mamme, e spesso ci dimentichiamo di essere prima ancora figlie e che, nonostante l'età, quello sguardo così rassicurante che ci ha accolto in questo mondo, è una delle cose più dolci ed al tempo stesso, potenti che possiamo desiderare.

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  2. Non vedo l'ora di essere In italia a Natale e aspettare il giorno di Natale con tutta la mia famiglia...gli ultimi giorni carichi di aspettative, di piccoli acquisti, di frenesia dei bambini, il rituale della spesa per il pranzo, quello ancor piu' magico di preparare i tortellini per 15-16 persone...la mamma, c'e' sempre, ma ci sono giorni, qui a Londra che manca terribilmente.

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  3. ecco, quella e' esattamente la madre che vorrei essere e che probabilmente non saro' mai....

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  4. Questo post sembra una piccola fiaba.
    Grazie per averla condivisa con noi.

    :-)

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