martedì 21 maggio 2013

Ingegneria del sonno #1


Non posso continuare a infestare il suo blog per dire quello che penso. E lei ha promesso di venire a difendermi, a dire che sì forse sono un poco presuntuosa ma tutto sommato simpatica. Quindi adesso ne parlo, del sonno. O meglio ne inizio a parlare, che il tema è lungo e il tempo poco.

Io faccio parte di quelle mamme che quando il tema è il sonno dei bebè è meglio stiano zitte. E pure un po' in disparte. Quelle di cui si legge spesso "Mentono!", mentre io vorrei scatenare squadre di hacker distruttivi contro tutti i blog in cui leggo questa idea.
I miei due figli, semplicemente, dormono. E, vorrei dire, hanno sempre dormito. Ma non è proprio così.
Con entrambi ho avuto un momento iniziale di concentrazione assoluta -e pure un po' ossessiva- sui loro ritmi di sonno. Quello con Tommy non è affatto finito. Con la grande è arrivato intorno alla fine del primo mese, quando ho capito che le cose non stavano prendendo una bella piega e ho deciso che il filo spinato dell'episiotomia non poteva più essere il mio pensiero dominante. Fino ad allora funzionava più o meno così: dalle 6 di sera iniziava a urlare come una pazza indemoniata, io la cullavo nel modo che mi sembrava più normale del mondo e fin verso le 8 non c'erano miglioramenti. A quell'ora scendeva mia suocera (che all'epoca per qualche mese facevo base sotto casa sua), la quale diagnosticava coliche, cullava a sua volta e infine stabiliva che aveva fame e io dovessi attaccarla al seno. A quel punto, com'è ovvio, la fanciulla crollava. Bella forza.
Poi un giorno mi sono fermata, e ho fatto un passo indietro. Sono andata a recuperare mente fresca e qualche libro (Tracy Hogg, bien sur, ma non solo) e ho affrontato il sonno con la mia bimba, come una piccola missione che dovevamo compiere insieme. Con una calma che nemmeno mi conoscevo e una sola certezza: quella piccolina le coliche non le aveva, era stanca. Ed era mio compito preciso aiutarla a rilassarsi e fare ciò di cui entrambe avevamo bisogno: dormire.
Meno di quindici giorni dopo Olivia si addormentava nella sua culla, secondo lo schema e il ritmo precisi che avevamo trovato creato. Con una buona dose di fortuna si dirà; con una buona dose di studio e la concentrazione di un miniaturista, direi io.

Poi è arrivato Tommy. E questa volta mi sono fatta trovare preparata. A riprova del fatto, per me incontrovertibile nonostante la presunzione che questa frase trasuderà, che prepararsi funziona. Ma prepararsi davvero. Che è leggere, certamente (possibilmente non Estivill), ma non solo.
E' prepararsi a guardare e ascoltare, perché i bambini te lo dicono di cosa hanno bisogno. E i 3 sbadigli sistematizzati dalla Hogg sono solo il picco di un iceberg comunicativo che è lì, pronto solo per essere decifrato. Con calma olimpica e un ottimismo da Pollyanna.
E' prepararsi a gestire le giornate sui ritmi di un neonato, per qualche mese; che il tempo per tornare ai nostri ci sarà, solo se e solo quando i suoi ritmi lo consentiranno. Che sono ritmi lenti, ripetitivi da togliere il senno, eppure tanto scorrevoli e prevedibili quanto meno interferiamo con loro.
E' prepararsi a vivere guardando l'orologio, accettando di sembrare un po' pazza ed ossessiva. Eppure la chiave è anche lì, in un tempismo e in una ripetizione che non sono strumento di controllo, bensì di prevenzione.
E' prepararsi a sbagliare. Sapendo però che per fortuna di irreparabile c'è poco. E, di nuovo, avere studiato, come in tutte le cose, può aiutare a identificare più rapidamente l'errore. Ma sbagliare di testa propria, senza la fatica che l'improvvisazione totale rende quadrupla.

Non ci sono chiavi universali, sono d'accordo, e ogni bambino ovviamente fa storia a sè. Però ci sono basi universali, e se per la fame basta il latte per tutti (almeno finché non ci sono allergie), anche per il sonno qualche cosa di trasversale deve esserci. Solo che il sonno è subdolo, aumenta in fretta diventando più difficile da soddisfare. Si mischia a livelli affettivi ed emotivi, nostri e del bambino, che lo rendono un terreno confuso. E' un bisogno che richiede soddisfazione, ma questa non è tanto lineare ed immediata come una bella poppata di latte da ingurgitare.
E' facile capire perchè si finisca col diagnosticare coliche ovunque. Quando nel mondo la percentuale di bambini che ne soffre, in media, è il 15%, in Italia è l'80%. Per tradizione, per comodità, per paura...La colica dà un nome ad un disagio, offre un grande cappello per spiegarlo. Non ha soluzione, ma almeno spiega. E a molte di noi, comprensibilmente, questo basta.

Vorrei continuare e invece qui è già ora della nanna, per l'appunto. Quindi scappo.












32 commenti:

  1. Arrivo qua proprio dopo aver pluricommentato da Squa...
    Mi ritrovo pienamente nel tuo approccio al sonno che anche noi abbiamo adottato dopo il primo mese proprio perchè la diagnosi veloce della pediatra sulle coliche non ci convinceva... Gioia diventava solo un pò il irrequieta verso le sei, non erano dei pianti inconsolabili ma era chiaro che cercava di comunicarci qualcosa ...
    Per noi è stato fondamentale osservarla e il diario del sonno (prima cartaceo e poi in App) è stato la nostra salvezza... Per non farci mancare nulla ci abbiamo anche aggiunto il programma di massaggio neonatale per le "coliche" ( male non poteva farle).. e nel giro di una settimana Gioia ha iniziato ad affrontare la sera più tranquillamente....
    Come dici tu però non ci sono chiavi universali. .. io ho una cara amica con un bimbo che piange spesso: quando mangia, dopo mangiato, quando ha sonno, quando è nel passeggino, quando è in macchina, durante i risvegli notturni .... E credimi sia lei che il papà cercano di capirlo ormai da otto mesi ma forse in questo caso l'unica chiave è accettare il suo modo un pò più "rumoroso" di comunicare...

    Detto questo ben vengano i post come i tuoi che per me non sono affatto arroganti ma sono sicura possono essere d'aiuto a chiunque passi di qui per caso a leggerlo...

    Piacere di conoscerti... Io sono Giusy.

    A presto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Giusy, piacere mio. Benvenuta!
      Ah il diario del sonno...! Come sono d'accordo! Solo che il mio è un quadernino stropicciato, con l'app siete davvero un passo avanti!
      E' vero ci sono, bambini, e del resto anche adulti, con temperamenti più scontrosi...immagino dipenda da infiniti fattori, non del tutto sistematizzabili. e certo immagino sia un circolo vizioso, che più un bambino accumula senso di insoddisfazione più sarà difficile consolarlo...chissà com'è dura per la tua amica.
      grazie però che mi sollevi dagli scrupoli di arroganza, mi sono persa due followers dopo questo post, forse non tutti erano d'accordo! ;-)
      A presto.

      Elimina
  2. La mia esperienza è praticamente identica alla tua, con la prima figlia mi sono trovata a correggere situazioni che stavano prendendo la piega sbagliata, con la seconda mi sono fatta trovare preparata, più sicura di me stessa e, quindi, meno influenzabile da opinioni e commenti esterni, e tutto è filato liscio fin da subito. Certo, ci vuole una bella dose di impegno e costanza fino alla testardaggine, ma alla fine i risultati si ottengono. Dipende però anche dalle priorità che uno si pone, per me il sonno ha sempre avuto la precedenza su tutto, ho degli amici per cui, invece, è più importante poter stare fuori casa tutto il giorno e il cui figlio ha sempre dormito e mangiato senza orari, dormendo sul passeggino o sul seggiolino della macchina...io rimango un po' stupita quando lo vedo dormire dalle 19 alle 21 per poi cenare alle 21.30, ma, ovviamente, tengo per me le mie perplessità

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Genitori felici hanno bambini felici, si dice. Ma io condivido in pieno tutte le tue perplessità...a me onestamente i bambini la sera in giro fanno sempre un po' pena, non mi sembrano al loro posto...e comunque io per prima non mi godo niente se me li porto appresso. ma se per altri funziona buon per loro.
      "impegno e costanza fino alla testardaggine" è un gran motto! me lo presti?
      a presto!

      Elimina
  3. come voi anche io con il primo figlio ho commesso errori e con gli altri no mi son fatta cogliere impreparata.... l'esperienza insegna e non è arroganza la tua ma condivisione...come ha detto giusy chi passa da qui può trovare spunto e no sentirsi solo
    ciao veronica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie veronica!
      come si dice comunque "sol chi non fa non sbaglia", quindi agli errori rassegniamoci...!

      Elimina
  4. da incorniciare, Why, te lo ripeto che mi piace come scegli e pesi le parole. E ti incornicio per condivisione estrema e per umile e felice ammissione di trovare chi le cose che penso le dice meglio di quanto io non sia capace.

    Aggiungendo che forse-forse questo approccio è possibile solo in uno scenario dal quale tutte le *altre* fonti di stress vengano eliminate il più possibile.
    L'hai già detto tu stessa qui: http://whymumwhy.blogspot.com/2013/04/le-mamme-intorno.html

    Anche quel post mi era sfuggito di incorniciarlo.
    Io sono d'accordo e allo stesso tempo capisco come per alcuni genitori sia difficile vederla in questi termini. Il motivo? troppe interferenze che spostano il fuoco della situazione. Lo so, l'hai già detto anche tu.
    Poi, c'è anche che questo approccio così deterministico (e la parola ingegneria) non piacerà a chi preferisce ne uno *istintivistico*, la mamma sa sempre cosa fare per natura. [ma dov'è la natura nel mondo dove viviamo?] Basta seguire il cuore e appunto l'istinto etc etc. Basta portarli sempre in fascia appiccicati alla pelle, dormire insieme a loro, allattare a richiesta ...senza però soffermarsi ad analizzare i termini e la modalità di questa richiesta. Non ogni bimbo che piange sta comunicando fame. Ne vogliamo parlare? Del non sense del termine allattamento-a-richiesta. Cioè lo puoi definire a richiesta solo se sei certo al 100 per mille che sai come il tuo bimbo manifesta la sua fame. Madonna Why ci cacceranno dalla blogosfera.

    Sul discorso del travaglio in un post o in privato mi devi illuminare. Io sto di casa da squabus presso gmail
    quando ce lo prendiamo intorno ad un tavolo vero quel caffè del primo mattino?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sempre troppo buona Squa! Te l'ho già detto che col tuo blog c'è una chimica speciale...oddio colpo di fulmine telematico, esiste?
      Ah, le interferenze...il peggio del peggio. Purtroppo. E una non lo sa prima, ci si accorge sempre troppo tardi, quando ormai il loro effetto nefasto si è già fatto ampiamente sentire.
      Quanto a istinto e ingegneria, non so se davvero cozzino così tanto. Il mio istinto di sopravvivenza mi ha detto che dovevo studiare... E personalmente preferisco provare a passare il fiume su un bel ponte (anche se, certo, può sempre crollare...) piuttosto che in guscio di noce.
      La mia ossessione per il sonno non esclude la fascia, che anzi in questi primi mesi è stata un'alleata insostituibile per conciliare esigenze di sonno di tommy con quelle della sorella. ma l'allattamento a richiesta...aaahhh che brutto termine come sono d'accordo!! uno di quelli che confondono le acque più cristalline. certo che non lo faccio piangere se ha fame, ma la tetta come unica risposta è un po' un arrotondarli per difetto i nostri piccoli, complessissimi, bambini.. parliamone parliamone volentieri! come scrivevo sopra, mi son già persa due followers con sto post. se mi rimani tu e le altre qui intorno sono felice!
      sul discorso travaglio c'è un post in bozze da quando son tornata a casa...ma ti puoi immaginare la delicatezza della cosa.
      montpello londre sono connessi bene!?

      Elimina
    2. sono stata punita anche io. RIveglio in piena notte. Se si ripete bisognerà capire come reagire. Si fa grande il cuccioletto, comincia a chiedere le coccole.. una tenerezza infinita.

      londre è ben connessa con tutto il mondo, spero pure con Montepello, andrò a curiosare. Bisogna vedere di superare la timidezza...

      Elimina
  5. Eccomi, per noi un riflesso di emissione scambiato per coliche.
    D. non ha dormito bene fino ai sei mesi, c'era di mezzo anche un trasloco. Una volta che ho preso possesso del mio "regno" sono riuscita ad impostare una routine e le cose sono gradualmente migliorate, anche grazie al sacco nanna. Sembra una cavolata quando lo dico, ma per noi utilizzarlo ha significato iniziare a dormire tutta la notte! (ne ho parlato qui: http://dovehovistote.blogspot.it/2012/10/i-riti-della-buona-notte.html)

    Sono molto molto metodica, al limite dell'ansia, anche in vacanza, e questo è a volte motivo di scontri con il Capitano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Robin! Che bella l'immagine del tuo profilo...li adoro quei due!
      Immagino che il trasloco sia stata destabilizzante per tutti...ma come scrivi, a tutto c'è rimedio quando si riprendono le redini della situazione.
      Ah il sacco nanna! Io propongo un premio nobel a chi l'ha inventato. Così come il fasciarli nelle prime settimane...una mano santa!
      Come capisco e conosco l'essere metodici al limite dell'ossessivo..con buona pace dei nostri mariti! personalmente sono una tanto caotica e confusionaria che se mi concedo di sgarrare impallo tutto. e comunque tutte le volte che ho provato a fare la flessibile i miei figli me l'han fatta pagare..

      Elimina
  6. Mi piace molto questo post! Anche per me il controllo dell'orologio e' quasi ossessivo, so che c'e' qualcosa da sistemare ma la nostra serena routine non mi ha mai lasciato grandi dubbi. Sicuramente e' anche merito del temperamento della mia piccola.
    Avevo molto apprezzato il tuo commento l'altro giorno, oggi ho un motivo in piu' per apprezzare I tuoi pensieri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie eroLucy, mi fa davvero piacere leggerti qui. Sono proprio i dubbi che con la routine vengono messi in fuga..e non è cosa da poco! Certo il temperamento gioca la sua parte, e niente può ridursi nè all'una cosa nè all'altra...
      A presto!

      Elimina
  7. @tutte: grazie del vostro passaggio e delle vostre parole, ognuna delle quali merita una risposta a sé. che arriverà. ma oggi sono stata punita, pensavo di cantar vittoria e invece tiè, tommy si è sparato piccoli sonnellini disordinati e poco soddisfacenti che hanno arrugginito la giornata. ben mi sta, direi.
    a domani, spero, con la calma che tutte meritiamo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tra i tanti libri che hai letto, nessuno ti ha detto che quando i bambini stanno bene e dormono si deve stare zitti zitti, e non dirlo a nessuno, senno' si svegliano...???;P
      A me e' sempre successo che nel momento in cui lo dicevo, cambiavano ritmo.
      Comunque brava, sei davvero una brava mamma, e forse al terzo figlio ho deciso di leggere il libro che suggerisci. Dici che sia troppo tardi?
      un abbraccio
      A

      Elimina
    2. Sempre così vero Antonella!? Ma gli equilibri si sa qui sono dinamici e appena ti sembra di averli capiti devi impararne di nuovi..!
      Non è mai troppo tardi per Tracy Hogg, secondo me, ma tu al terzo figlio positiva come sei non ne hai proprio bisogno..!

      Elimina
  8. Ciao Why,
    tutto il tempo che vuoi!

    intanto spero di non affollarti la mente, volevo anche commentarti tema coliche, poi ho dimenticato.
    Me l'ha fatto ricordare Mamma Piki:
    http://mammapiky.blogspot.fr/2013/05/troppo-bello-per-durare-ed-infatti-non.html


    Sai che non lo so se ci credo o no alle coliche? Sono andata a riguardarmi i sacri diari dei primissimi mesi quando intorno alle 18(+/- 1 ora) misteriosamente il Pistacchio si metteva a strillare come un aquilotto sgozzato. L'overtirement l'avevo escluso perché succedeva anche nel mezzo della pennichella. Si svegliava strillando. Io quindi pensavo che fossero effettivamente coliche. Non era fame perché rifiutava la tetta, almeno nella parte iniziale della crisi. A me sembrava che questo momento non gradito, al quale ogni giorno mi predisponevo come un gladiatore nell'arena, avvenisse all'imbrunire, mi sembrava che le crisi shiftassero con l'allungarsi del giorno.

    RispondiElimina
  9. Ma io non credo che le coliche non esistano, ci mancherebbe altro. Credo però che vengano usate come cappello che tutto spiega e niente risolve con troppa frequenza. Almeno, è stato così nella mia esperienza ed è quello che ho visto con diverse persone che conosco. Ma certo esistono, ci mancherebbe altro, e come dici tu, se neppure il seno li calma hanno certamente un dolore.

    RispondiElimina
  10. Questo post è rassicurante, grazie :) Me ne ricorderò al momento della maternità

    RispondiElimina
  11. Arrivo da te grazie a eroLucy!
    Ne hai persi due di followers...io invece mi aggiungo!!
    Concordo con te sulla facilità con cui si etichettano per coliche i pianti serali dei bimbi e anche sul fatto che la locuzione "allattamento a richiesta" possa confondere alcune mamme!
    Non sono maniacale nel seguire gli orari, non porto l'orologio, ma sono maniacale nella lettura dei segnali e nel rispetto e nell'accettazione di ciò che le mie bimbe mi stanno comunicando!
    Felice di averti conosciuto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, benvenuta! Piacere di conoscerti!
      Sì la cosa dell'orologio in effetti forse l'ho espressa male...non è che seguo gli orari o glieli impongo, è solo che mi aiuta molto a prevenire la stanchezza. So più o meno quanto regge sveglio e prevedo il resto intorno al momento in cui dovrà dormire... è molto bella la maniacalità che descrivi tu, avrei voluto usare parole simili.
      A presto allora!

      Elimina
    2. Ciao Why!
      La tua risposta mi ha dato lo spunto per scrivere un post sull'importanza dei segnali dei bambini!

      http://improntadimamma.blogspot.it/2013/05/leggendo-i-segnali.html

      Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi!
      Un abbraccio

      Elimina
  12. io andavo sempre in giro con carta e penna, per segnarmi quanto dormiva e a che ora si svegliava... mi prendevano per matta, ma Little D ha sempre dormito bene.

    sono d'accordo che Estivill meglio non leggerlo, ma lui ha detto una cosa che mi e' piaciuta molto, e che anche tu hai messo in pratica: i bambini hanno un orologio interno, ma noi dobbiamo aiutarli a settarlo (non so se "settare" e' una parola italiana... cosi' come questo e' il concetto come lo ricordo io, ma spero ci siamo capiti)

    RispondiElimina
  13. Il talismano degli orari è sempre con me. Spero di riuscire a smettere di segnarmi le cose prima che vada al college...
    Estivill qualche cosa sensata la dice pure (quella che citi tu, l'idea dell'importanza della routine e altre) ma sono tutte già scritte e dette mille volte altrove e da altri: l'unico elemento di novità che lui introduce come sua chiave personale è invece la follia...
    grazie di essere passata!

    RispondiElimina
  14. Io sono una voce fuori dal coro, Squa lo sa con lei ne ho parlato. Io ammiro la vostra tenacia e la vostra teoria ma ho dovuto constatare a mie spese che non è applicabile a tutti. Ci sono bimbi a cui del rispetto della routine e degli orari non frega niente, semplicemente non dormono, oppure lo fanno saltuariamente e brevemente, solo quando vogliono loro. La mia prima figlia si svegliava in continuazione, sin dal primo giorno a casa, se dormiva un'ora di seguito mi sentivo miracolata, nel lettino sembrava avesse lame affilate. Quando accumuli giorni, settimane, mesi di routine tutta uguale a cui però ti ritrovi associata sempre e comunque la privazione del sonno ti senti disperato ti trascini senza energia e sei disposto a tutto. Allora giù con teorie, libri, routine intoccabili, osserva lo sbadiglio, cadensa le attività, abbassa le luci, ambiente traquillo, spegni i telefoni, bagnetto, doudou infilato nel piagiama, maglietta usata nella culla. Ho ancora il diario dei suoi risvegli: quando si è svegliata, quanto tempo è rimasta sveglia, se ha pianto ecc. Dopo tre mesi se dormivo due ore di seguito mi sentivo riposata. Quando ti ritrovi a svegliarti in piena notte e non ti ricordi più dov'è il bambino, oddio dov'è? l'ho messo nel suo letto? e qui accanto a me? Ad un certo punto capisci che devi sopravvivere perché la privazione del sonno quella vera e prolungata è una tortura.
    Io ho imparato che ogni bimbo ha i suoi ritmi e i suoi tempi, tu puoi cercare di indirizzarli ma è impossibile imporglieli.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tenacia e teorie possono aiutare in molti casi, certamente non in tutti. Non posso immaginare quanto sia stato faticoso per voi...ne avrai parlato mille volte, ma mi farebbe piacere saperne di più. C'è qualche tuo post che posso recuperare?
      Mi incuriosisce tanto il rapporto dei bambini col dormire, quel sistema delicatissimo per cui abbandonarsi al sonno (e rimanerci) non è affatto scontato.
      Io ho un caso particolare molto vicino: la figlia di una mia cara amica a 2 settimane di vita non ha dormito dalle 7 del mattino alla una (di notte!) e il suo rapporto col sonno è tuttora, a 4 mesi, davvero molto tribolato. Un'ipotesi avanzata dalla sua stessa mamma è che il parto sia stato così lungo e traumatico per entrambe (fase espulsiva di 3 ore finita con forcipe e ventosa) da aver lasciato la bambina semi-traumatizzata. Non saprei, anche se l'idea che le prime ore di vita possano contribuire a segnare positivamente o negativamente un neonato non mi sembra del tutto assurda.
      E' vero come dici tu, ogni bambino ha i suoi ritmi e i suoi tempi, e certo giocano mille fattori difficilmente districabili. Diciamo che teorie e tenacia possono essere validi strumenti, non certamente una chiave universale.
      A presto spero.

      Elimina
    2. Come puoi immaginare ne ho scritto a iosa
      io alla fine ho capito che l'unico equilibrio possibile per me e la prima figlia era condivisione di letto e della tetta per riuscire a condividere anche il sonno. Sembrava che tutto il resto la irritasse qualora non avesse il mio contatto. Alla fine ho ceduto e mi sono goduta il bello di averla accanto. Adesso dorme da sola, forse nel suo caso l'autonomia è passata attraverso il contatto. Per la seconda figlia ho provato ad anticipare la strategia per non ripetere il tutto ma una brutta bronchiolite a due mesi ha fatto saltare ogni schema e ho ceduto alla stanchezza. Oggi a distanza di 4 anni dormo una notte intera su tre ognuna dorme nel suo letto ma con qualche strappo alla regola. Comunque se non ti annoia eccoti il link ai miei papielli http://volevochiamarlefrida.blogspot.fr/search/label/La%20Nanna

      Elimina
    3. Rispondo qui al commento di Biancume da me, perchè non voglio sviare una conversazione che mi fa piacere Why "conduca" come collega più anziana, in quanto a numero di esperienze per lo meno :D

      sì ne abbiamo parlato, però mannaggia tu per me eri controprova dei miei ragionamenti. Dalle nostre conversazioni io avevo inteso che la routine è un concetto insostenibile per te per prima. Anche (ri)leggendo i tuoi post sulla nanna mi pare di vederla trasparire quella insofferenza. Mi sbaglio? A volte la chiami pigrizia, a volte istinto di sopravvivenza. E guarda lo capisco perfettamente. SOlo che a me, per qualche motivo, l'istinto di sopravvivenza mi diceva di fare il contrario di quanto spesso leggo (faccio alcuni esempi: restare saldi sul lettino nella sua stanzetta, piuttosto che il cosleeping. Arrivati a sei mesi circa, basta tetta notturna. Poco dopo basta anche col ciuccio notturno. e dopo poco anche ocn quello diurno. Non è che notti a risvegli che superavano la decina non ce ne siano stati, o momenti difficili giorno o notte che fosse, ma li abbiamo affrontati come un investimento per il futuro e a me finora pare sia stata una scelta saggia. Poi chi lo sa. L'esperimento in doppio come si dice, non è possibile neppure con due gemelli.)


      Ma forse, forse, quel che anche conta molto è l'attitudine al sonno. Io non sono una gran dormigliona.
      Nella mia esperienza la routine rassicura il genitore per primo, certo una volta fatto il processo di accettazione. Io non ci avrei mai creduto se qualcuno me lo avesse preannunciato. MA che siamo matti? Io tutti i giorni lo stesso tran-tran di 45-60 minuti? -perchè una buona routine secondo me quella finestrella lì deve contemplare: non di dedicazione totale, ma di attenzione anche piuttosto maniacale al dettaglio- Ma siamo matti? E invece...

      Io non ci tengo particolarmente a pontificare e pontificare. Ho rispetto delle esperienze pregresse, delle difficoltà e di chi fa delle scelte e le assume. Ma, ripeto, ho fastidio delle "mamme di Luchino" che sono ancora nella fase della totipotenza (perchè più tardi è peggio è per ogni cambiamento di paradigma), eppure non ascoltano che sè stesse lamentarsi. Quello francamente ne ho abbastanza. Poi ci sono alcune cose paradossali che sento ocntinuamente sull'argomento,mi serve un nuovo momento disinibito per scriverne. Infine mi fa piacere pensare che neomamme o mamme-to-be leggano che anche altre esperienze sono possibili. Io che tutto sia predeterminato, innato e dato, non ci riesco proprio a credere. Ma come dico sempre, ne riparliamo al prossimo giro, se mi sarà concesso.
      :D

      Elimina
    4. Sono davvero tante le variabili che hanno contribuito alla questione sonno. Innanzitutto devo distingure figlia grande da figlia piccola. Due momenti diversi, due situazioni diverse.
      Prima elemento: Io e la mia natura, sono pigra e riluttante alla routine questo è certo e forse se non fossi stata così non avrei ceduto oppure no, non lo so. Forse me ne sono convinta per assolvermi ma sono abbastanza certa che p.grande avrebbe messo a dura prova chiunque. Quando sono diventata mamma per la prima volta ho messo un po' da parte la mia natura pigra in virtù del buon senso, sembrava teoria indiscussa che la calma ,la routine serale, il bagnetto rilassante dovessero fare il miracolo. Purtroppo sembrava che il tutto la eccitasse ancora di più. Allora mi sono detta, forse quei 45-60 minuti di routine non sono sufficienti e ho cercato di darle regolarità anche durante la giornata. Niente, pgrande era più riluttante di me alla routine e alla fine il gioco non valeva più la candela. Io impazzivo dietro agli orari e lei comunque non dormiva. La sua scarsa inclinazione alla routine e al sonno era un elemento imprescindibile con cui dovevo fare i conti. Altro aspetto di cui non ho mai parlato è che p.grande, sin dalla prima notte a casa, ha sempre accompagnato il post poppata da grossi rigurgiti, di conseguenza grossi spaventi per me e la necessità di tenerla in piedi subito dopo la poppata. Necessità che ha contribuito all'abitudine di addormentarsi in braccio. Poi, danno alla beffa, ho scoperto che, contrariamente al buon senso e ai consigli del pediatra, quello che alimentava i suoi rigurgiti erano anche gli spostamenti post poppata ovvero tirala su per farle fare il ruttino e rimettila giù nel lettino. Paradossalmente se l'allattavo sdraiata accanto a lei e la lasciavo in orizzontale la probabilità che rigurgitasse si abbassavano parecchio.
      Infine P.grande aveva un sonno leggerissimo tale per cui ci mettevo una vita ad addormentarla mentre bastava un secondo, un piccolo movimento per svegliarla. Del ciuccio non ne ha mai voluto sapere Il biberon lo accettava ma non in sostituizione della poppata. Dopo mesi e mesi di notti in bianco ho ceduto alla mia natura pigra stremata dalla stanchezza. Con la seconda figlia avevo una stanchezza tale accumulata che ho ceduto molto prima prima.

      Elimina
    5. Non pensate che vi stia trascurando di proposito...! Domani torno, con calma. Quanta carne al fuoco (che bello!)!

      Elimina
  15. Condivido in pieno quello che hai scritto. Anche le mie dormono (quando sono in salute). COme ti scrivevo in un altro post, con la prima ho applicato la Hogg (santissima Hogg) con routine strutturatissime. Se seguivo la routine tutto filava liscio, se per qualche ragione tardavo o la lasciavo dormire di più, una catastrofe. Lei d'altra parte spaccava il secondo. Io la mettevo a letto alle 2 di pomeriggio. Se tardavo 5 minuti diventata una belva. Se ero puntuale faceva tutto un sonno fino alle 5.30. Guai però a lasciarla dormire oltre... E dovevo avere il biberon pronto al risveglio, perché doveva mangiare subito, altrimenti urla da manicomio.
    Con la seconda sono partita subito col metodo Hogg, ma l'esigenza di gestirne due spesso è incompatibile con una routine rigida. Ma ho avuto la fortuna di avere una seconda figlia veramente placida. In realtà ho talmente introiettato la Hogg (non so quante volte l'ho letta...) che con lei ho una comunicazione efficentissima. Capisco subito quando ha sonno, quando ha fame, quando non sta bene. Colgo segnali impercettibili a tutti. Non credo proprio che sia istinto. Credo anzi che sia l'allenamento con la prima figlia, accompagnato allo studio approfondito del metodo. Lo conosco così bene, e ho tale fiducia in me, adesso, come madre, da potermi permettere di, apparentemente, "improvvisare".

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...