Sarà l'autunno che ormai scolora nell'inverno, con quelle sere sempre più lunghe e quell'aria già un po' natalizia che del natale però non ha ancora acceso l'allegria. Sarà che di vogare verso una meta ho quasi finito, e non mi resterà che aspettare decisioni su cui non posso più influire. Sarà anche un po' quel nodino sul cuore, appoggiato lì con noncuranza a pesare sul diaframma, a cui forse un po' mi sono pure abituata. O la bellezza di averti intorno, con la tua vocina sempre un tono sopra la normalità e quell'aria da piccola esploratrice fiduciosa. Sarà che vivere in una lingua che non è la tua appiattisce un po' le sfumature dei pensieri, riducendo molte conversazioni a semplice scambio di informazioni; con buona pace del rimasticarsi il mondo in comune.
Sarà tutto questo, e anche qualche altra piccola vibrazione interna un po' troppo controllata, ma a volte lì vicino, proprio dietro la bellezza di quotidianità scelta e normalità nutrita, lo spirito scarta un po' di lato, animato da un sospetto. Da una nostalgia inespressa per tutto ciò che non è stato o non e più.
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