venerdì 27 gennaio 2012


Ho scritto del fantasma Levi quando ne ho avuto il tempo e l'energia, senza nemmeno rendermi conto che mancavano due giorni al Giorno della Memoria. Spero non si sia risentito. In fondo sta con me da tempo immemore quasi quotidianamente, e come un marito potrebbe scocciarsi di essere celebrato solo a San Valentino.
Il ruolo di Levi nel mio abisso personale è sempre stato alquanto sfaccettato, ma c'è una parte di lui che oggi è particolarmente viva.

E' la sua controparte: quella che in occasione della mia prima visita-schock al campo fu incarnata dal quartiere dedicato ai soldati e alle loro famiglie, residenziale e ridente con tanto di scuola. Non mi capacitavo che mogli e famiglie potessero convivere con un orrore così vicino.
Crescendo mi sono ritrovata a convivere anch'io con l'orrore oltre il muro, se si ammette che la globalità dell'informazione quel muro un po' lo ha spostato. E i nostri vicini sono a migliaia di chilometri. Si dirà che però in famiglia non c'è un aguzzino infarcito di ideologia grazie al cui "lavoro" si gode vita agiata, ma io un po' responsabili per il male del mondo considero anche noi.

Vorrei che la mia piccola O dei suoi vicini fosse sempre consapevole, che trovi sempre la forza e la voglia di lottare e lo slancio di aiutare e di capire, ma a volte l'orrore mi sopraffà e ho solo paura di non saperle trasmettere che vacuo buonismo borghese.

2 commenti:

  1. Oggi abbiamo parlato molto di questo argomento, ho scritto anche io un post e ho ricevuto numerosi scambi di idee e parole ma quello che scrivi tu è molto interessante. Riporti una testimonianza diversa, il visitare quei posti deve essere un esperienza forte. Ho sempre letto moltissimo in merito ma non ho avuto nessun contatto diretto con quel pezzo di storia che tanto ci dovrebbe far riflettere.
    Se hai voglia fai un salto da me per condividere la tua esperienza.
    A presto

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  2. La scorsa settimana ero già arrivata fino a questo post, non avevo commentato, perchè in molti hanno scritto e io ho cercato di leggere tutti i blog cui sono arrivata, di link in link, perdendo per strada indirizzi preziosi (leggevo via mobile tra una cosa e l'altra). Oggi Sunshine (http://eramegliounpescerosso.blogspot.com/2012/01/giorno-della-memoria-2012.html#comment-form) mi ha ricordato di te e anche se non ho risposta per la domanda che hai lasciato da lei, ho gli stessi tuoi dubbi e la tua testimonianza rinforza l'idea che mi son fatta, dobbiamo essere caute e con nostri bambini, rispondere più che proporre (a visitare un campo di concentramento, ci sono stata a 17 anni con la scuola ed è stato un momento intenso). Ho trovato il libro di una psicologa che ha vissuto da vicino le conseguenze delle guerre mi è parsa dare un senso a molte mie perplessità, ti lascio il titolo: "Mi hanno ucciso le fiabe. Come spiegare la guerra e il terrorismo ai nostri figli", di Masal Pas Bagdadi. Sicuramente ricco di spunti.
    Da me (so che sunshine ti ha linkato il mio post nell'altro tuo in cui parli di Levi) ho proposto di raccogliere le idee per abbozzare qualche strategia per affrontare il tema con il dovuto rispetto per i nostri piccoli e la loro crescenda sicurezza per poterlo affrontare, sarai la benvenuta se ti andrà di portare la tua preziosa testimonianza. ciao

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