mercoledì 5 giugno 2013

Il dubbio senso di un doppione

Ho sempre abitato la sfumatura, quando andava bene. L'abisso, quando andava male.  E lo so eh, che è quasi certamente un mio problema... Lo so. Però tant'è: ogni cosa/luogo/persona/pezzo di pizza, per me, ha sempre un numero di livelli e sensi irragionevole. 
E regolarmente arriva qualcuno che, ignaro di essere proprio all'ingresso di uno di quegli strati romantici e simbolici che io do per scontati, ci cammina sopra con la delicatezza di un bisonte.
Il problema è semplice, ma di non semplice soluzione: non posso aspettarmi che intorno a me si cammini in punta di piedi per non calpestare fiori che vedo solo io (ma li vedo davvero solo io?!?!?!) e però io non sto mica tanto bene a vederli calpestati.
E' di questi giorni l'ennesimo scontro della mia realtà sfumata e inafferrabile con quella semplice e pragmatica di chi mi sta intorno.
E' un blog nevrotico e non un mummy-blog mica per niente..
I fatti, atteniamoci ai fatti, nudi e crudi come per me non sono mai: c'era un oggetto speciale e oggi ce ne sono due.
Londra, Dicembre 2009
Un agnellino che Olivia custodiva come una reliquia da sempre. Il tipico "oggetto transizionale" lo chiamano gli psi, il peluche del cuore: tutto bianco, di nome Jojo (battezzato da lei nel momento in cui chiamava così il suo zio Giacomo), che i nonni paterni le portarono da un viaggio negli States prima che lei nascesse. Quando ho cercato di comprarne un doppio, a suo tempo, nel tentativo prudente di averne uno di scorta, ho scoperto che per puro caso avevano pescato una cavolo di edizione limitata, venduta solo negli USA per breve tempo. Nemmeno la mia amica a Chicago riuscì a reperirne un altro. Pace. Riuscire a non perderlo è stata un'impresa di cui ancora io e la mia proverbiale distrazione andiamo alquanto fiere: è venuto con noi ovunque ed ovunque è stato nascosto se non a volte dimenticato. Ha speso qualche ora sotto il coperchio del vaso da notte di mia nonna. Pulito grazie al cielo. In 5 anni ha passato una sola notte fuori dal letto di Olivia: quando fu lasciato in macchina della mia mamma in partenza per il weekend.
Gli anni sono passati, Olivia per fortuna ha smesso di portarlo ovunque, accontentandosi di averlo la sera nel letto, al sicuro. Con quel bottoncino sull'orecchio che solo a toccarlo, a quanto pare, riporta la pace nel mondo e nel cuore.
E Jojo, come tutti noi, è invecchiato. Ingrigito e spelacchiato. E pure dimagrito, facendomi rammaricare molto di non poter infilare me stessa in lavatrice. Ma non ha perso il suo primato, andando ad occupare quel posto d'onore che solo i grandi vecchi sanno meritare.
Bormio, Agosto 2011
E allora per me non ha avuto alcun senso vederne arrivare uno nuovo. Il fratellino, che mio suocero ha stanato nel web dopo mesi di caccia. Bontà sua, in buona fede, col gusto del collezionista che rintraccia il pezzo raro. Quanto inutile.
Olivia stessa l'ha guardato perplessa, anche se sentirlo così soffice e pienotto le ha dato un certo pizzicore. Il bottoncino taumaturgico sull'orecchio era lì al suo posto, come un'impronta digitale. Ma Jojo nella sua memoria è sempre stato un po' malconcio, non lo ricorda nuovo e asettico. E' sempre stato uno di famiglia, vecchio da prima che lei ricordasse.
E' solo un pupazzo, mi ripeto. Ma non posso fare a meno di sorridere nel vedere quello nuovo, con quel suo bianco sfacciato e quella sua perfezione commerciale, scivolare sulla libreria, dopo poche notti di convivenza nel letto.

So bene che gli oggetti sono solo oggetti, non si fraintenda.
Parlo d'altro: del valore che certe cose hanno non in sè ma per le mani che le hanno rovinate. Di quella tovaglia con le iniziali della famiglia della mia bisnonna, e anche qualche buco; che c'è da vergognarsi a stenderla sul tavolo eppure mi dà sempre lo stesso nostalgico piacere. E' un po' una tara di famiglia, credo, questo mio sguardo mai del tutto a fuoco. E in fondo a me piace anche così.
Parlo della bellezza dei regali, che è tanto più splendente quanto più l'oggetto corrisponda a un desiderio, un'emozione, ancorché inespressa; quanto più un oggetto sia capace di far vibrare corde differenti oltre al suo uso. E' difficile spiegarlo, ma io in quel Jojo spudoratamente bianco vedo il precipitato materiale di un inafferrabile pulviscolo emotivo. E non mi piace. Anzi, per dirla tutta, mi disturba proprio.
Parlo dell'importanza per i bambini di avere desideri, e che questi non siano sempre soddisfatti. Come ho già scritto qui, io sto dalla parte del desiderio, convinta che nell'attesa risieda buona parte del piacere e che quelle stelle a cui l'etimologia della parola si riferisce (de-sidera) un po' di magia nella parola ce l'abbiano lasciata.
E il doppione di una cosa considerata unica mi sembra estraneo a tutto questo.

Che sia romanticismo, nevrosi o una forma di onanismo mentale, a questo punto importa poco: è sempre stata una mia cifra. Nel bene, e nel male. Se da una parte spero che i miei figli ne ereditino qualche sfumatura, dall'altra lo so che la vita ha meno spigoli quando i confini delle cose sono pochi e ben determinati.














15 commenti:

  1. sei fantastica, Why. le cose non sono mai semplicemente cose, cosi' come le parole non sono mai semplicemente parole. Le cose assumono il valore che noi assegnamo loro. Un bacio.
    PS: io ho ancora la mia prima bambola di pezza. Resiste, nonostante innumerevoli operazioni chirurgiche.
    Resiste, e c'e' chi sostiene rappresenti la parte migliore di me.

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    1. Grazie Ophelina..sempre troppo buona. Pensa che bello quando la vedrai in mano a un tuo figlio la tua bambola...

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  2. Ma la bellezza di questo post??
    Di' la verita' amica mia, sei una psic. Grazie!

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    1. No, non sono una collega..anche se mi piacerebbe molto..!
      Grazie a te.

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  3. bellissimo! mi hai fatto ricordare Carlo Fava, gli oggetti come piccoli prolungamenti di noi stessi.
    https://www.youtube.com/watch?v=iFmFoitENfs
    e mi sono uscite le lacrime a pensare alla tovaglia perchè è la nostalgia che proviamo un po' tutti.
    grazie

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    1. Non conoscevo nè la canzone nè chi la canta..mi hai aperto un mondo, grazie!

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  4. why li vedo anche io i fiori!!!!!! e mi piace tantissimo!

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  5. È vero..tanti tuoi post sono pieni di fiori invisibili..! Vederli in compagnia è sempre più bello.

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  6. è bellissimo quel che dici, anche se non sono sicura di capire fino in fondo quali fiori siano stati calpestati.
    Forse è per colpa del mio pochissimo romanticismo? Che ha guidato la scelta del transizionale in una deliziosa pezzetta piena di "etichette" (oggetto, tra l'altro, frutto dell'assoluto estro geniale olandese)
    Una sorta di commozione resta perchè lui ha eletto a taumaturgica una e una sola di quelle etichette, quella più bianca e più liscia di tutte, tra le diverse che c'erano a disposizione. Io però, che già gli avevo scelto quella per la praticità di lavaggio e asciugaggio, ne ho comprate due e poi anche tre copie (ahimè la terza è stata persa di recente) e le sto facendo invecchiare in simultanea.
    Mi sento infinitamente poco romantica.

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    1. Eccoti qua, mattiniera come sempre. Come le invidio le tue insonnie mattutine...per me prima delle 6 (ma anche delle 7) non è ancora giorno...
      Fiori calpestati non nel senso di un torto fatto a me, ma nel senso di cose che io vedo ma per molti non esistono proprio...
      Tu sei molto molto più furba di me: hai guidato la scelta del transizionale. Io me lo sono ritrovata lì (anche se poi col senno di poi in effetti lo avevo un po' incoraggiato anch'io). Meraviglia la pezzetta di etichette. E come sono precisi nell'individuare quei due centimetri taumaturgici...!
      Io non avrei avuto alcun problema ad averne due, quando due servivano, e farli invecchiare insieme. E' che ora averne due non era proprio più un'esigenza, dato che non se lo porta più in giro, e non ne vedo proprio il senso... sono sempre esagerata io, comunque...lo so eh.

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    2. ma sai che sto perdendo il ritmo con la mia amata insonnia? in questi giorni poi sono uscita in notturna dopo secoli e ciao! Vedi che sono ancora sveglia? sono in jet lag, ma non si è visto nessun jet :D

      m'è presa la smania di condivisione... il "doudou" di pistacchio è precisamente questo:
      http://www.label-label.com/english/
      (Label-Label white-lime)
      detto "il topino della creche" perchè lo conobbe la prima volta al nido olandico (creche come in francese).
      L'etichetta taumaturgica è precisamente quella in basso a destra. Bianca, di raso, liscissima. Appena lo prende, subito se lo rigira tra le mani a cercare quell'etichetta là e poi la stringe tra le dita, come se fosse la cosa più preziosa...

      Ohi in notturna mi paio più disinibita!! non so se ti farà piacere...

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    3. E perchè mai non dovrebbe farmi piacere!? Anzi!
      Poi questo label-label è fantastico..! Geniale! Non sapevo che il potere taumaturgico delle etichette fosse così largamente condiviso...! Adesso sto usando una specie di nuvoletta imbottita per Tommy, chissà se diventerà il suo talismano...ma appena succede mi fiondo a comprare un secondo esemplare!!

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